La storia di Davide, otto anni in carrozzina
 
 

Si alza come ogni mattina Davide, uno studente bolognese di 31 anni, iscritto alla facoltà di informatica, tetraplegico. Si siede sulla sua carrozzina e comincia la giornata, una come tante altre. In casa lo aiutano i supporti meccanici, per muoversi e fare terapia. Poi c'è sempre qualcuno di turno, mamma o papà, in caso di problemi. 
Per Davide è tutto superabile, anche se tutto più difficile. Sono passati otto anni, un terribile incidente stradale lo ha inchiodato ad una sedia a rotelle. All'inizio tanta paura, gli amici non sapevano come comportarsi, poi tutto è tornato alla normalità. Ha la sua vita Davide, come tutti. Studia, fa sport, va in bicicletta grazie ad un dispositivo ad una ruota che si aggancia alla carrozzina. Ogni giorno che passa non si arrende, reagisce. 
Lo accompagnano in auto ed ora, dopo tutti questi anni, per salirci fa da solo. Entra nei negozi, supera scalini, marciapiedi scoscesi e scivoli magari pensati per lui, ma pensati male. A volte chiede aiuto, a volte la gente glielo dà spontaneamente. "Scale, scale dappertutto - dice - parcheggi riservati, che però sono sempre occupati, bagni pubblici per disabili non sempre agibili per le carrozzine, sono le prime difficoltà che incontro. Ostacoli, ostacoli dovunque, del resto sono lì per essere vinti". Per il resto sembra soddisfatto. "La gente è gentile, le strutture discrete". 
L'episodio più spiacevole, in facoltà un giorno di lezione. Aule inaccessibili e neanche a pensarci alla videoconferenza. Ma Davide non ci sta. Si leva una protesta col sostegno di colleghi e professori contro l'università, che finisce anche sul giornale. Da lì a tre settimane è tutto risolto. Con un sorriso racconta della sua fidanzata, abile o 'normodotata', come dice lui. I problemi ci sono, più di ogni altra coppia normale. 
Eppure niente gli ha portato via l'amore, gli amici, il piacere di vivere come chiunque altro.

Rita Salimbeni

 

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