"Manderemo le
donne nelle cliniche all'estero"
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Bologna, 8.30 di mattina.
In via Dante, alla clinica Tecnobios ci sono già 4 coppie in sala d’attesa:
madri e padri potenziali che si girano i pollici e si mordono le
labbra aspettando la visita che deciderà del loro futuro di
genitori. La Tecnobios Procreazione è attiva in città dal 1987. Il
consulente scientifico è il professor Carlo Flamigni, alla cui
scuola si è formata la maggior parte dell’equipe che lavora nel
centro. Il direttore sanitario, Andrea Borini, ci riceve per
parlarci della nuova legge che renderà più difficoltoso il ricorso
alle tecniche di fecondazione assistita.
Dottor Borini, cosa cambia per la
vostra clinica in seguito all’approvazione della legge?
Intanto aspettiamo i regolamenti
attuativi. Appena la legge sarà entrata in vigore il ministro della
Sanità sarà incaricato di fare i regolamenti attuativi della
legge. Quello ci chiarirà praticamente quali sono i comportamenti
che dovremo adottare, oggi non sono ancora così chiari nei
dettagli. Certamente ci è chiaro quello che la legge dice: non è
possibile fare fecondazione con ovociti donati e seme donato e
quindi questo ovviamente non sarà più fatto, almeno per quello che
riguarda la nostra clinica. Faremo certamente una specie di
assistenza, perché è già da un po’ di tempo che i pazienti ci
chiedono di star loro vicino: proveremo a indirizzarli verso
cliniche all’estero. Questo immagino che non sarà un reato. Se
sarà così cercheremo di indirizzare verso le cliniche che in
Francia o in Inghilterra sono in grado di dare un’assistenza
adeguata.
Quante sono le coppie che hanno
ricorso alla fecondazione eterologa nell’ultimo anno?
Sono 250 solo quelle ricorse all’ovodonazione
nella nostra clinica. Tra le 250 e le 300 quelle ricorse al seme di
un donatore. Per quel che riguarda il divieto di fecondazione
eterologa, il problema dei pazienti è quello di sentirsi
abbandonati, di non sapere dove andare. In Italia bene o male le
coppie, tramite conoscenti, medici, amici, si fanno indirizzare
oltre frontiera.
E per quel che riguarda il divieto di
congelare gli embrioni?
Stiamo portando avanti per l’Istituto
Superiore di Sanità un progetto di ricerca sul congelamento degli
ovociti, insieme ad altri 10 centri italiani. Ci sono già 15
bambini nati con questa tecnica e quindi continueremo su questo
progetto. Non sarà possibile inseminare più di tre ovociti quindi
avere embrioni sovranumerari da congelare, sarà però possibile
congelare gli ovociti, e non sprecare quindi almeno quel tipo di
risorsa. Essenzialmente faremo questo, e quindi ci atterremo alle
regole non appena sarà in vigore la legge.
Cosa pensa di quei medici che faranno
obiezione contro la legge e la violeranno sperando poi nel ricorso
alla Corte Costituzionale?
E’ un progetto di protesta contro
questo tipo di legge. Non so quali potranno essere altre forme di
protesta organizzata. Però ritengo che in qualche modo il confronto
sulla giustezza o meno della legge deve svolgersi senza
contravvenire alla legge stessa.
Un referendum?
Il referendum è una strada, anche se
in Italia da un po’ di tempo ha scarso appeal sulla popolazione. E’
vero che è un grande problema etico che dovrebbe riguardare tutti,
però come tutte le cose che non riguardano personalmente le
persone, la gente forse vi pone un po’ meno attenzione.Comunque immagino che ci saranno
momenti di verifica anche all’interno del parlamento: il Ministro
della Sanità dovrà presentare ogni anni i dati su quello che sta
accadendo.
Che fine faranno gli spermatozoi e
gli embrioni congelati conservati nella vostra clinica?
Gli embrioni rimarranno comunque a
disposizione del ministro della Sanità che dovrà stabilire come
saranno organizzate le banche degli embrioni congelati preesistenti
e quindi per quello aspettiamo le indicazioni del ministro. Per
quello che riguarda invece il seme di donatore, dovrà essere
distrutto.
Non è possibile inviare il materiale
alle cliniche estere che possono utilizzarlo?
Assolutamente no. C’è un decreto
del ministro della salute che dice che i gameti non possono essere
esportati tranne che da parte del donatore.
Come hanno reagito le coppie in cura
da voi in seguito all’accelerazione dell’iter legislativo?
Abbiamo avuto un aumento delle
richieste nell’ultimo mese, per cercare di fare il trattamento
prima che entrasse in vigore la legge.
Omar Mattioli
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