Il sogno mancato di Francesco:
"Alla fine del corso solo qualche numero di telefono"

 

<Macchè stages e tirocini formativi, la mia esperienza nel campo del giornalismo è durata solo due settimane, giusto il tempo di partecipare alle lezioni del corso per radiotelecronisti a Milano>. Non ha l’aria del ragazzo deluso Francesco, 27 anni, bolognese. A lui il corso per giornalisti sportivi organizzato da una società del capoluogo lombardo è piaciuto davvero tanto. La possibilità di commentare una partita di calcio, scrivere un articolo vero e proprio, simulare la conduzione delle più importanti trasmissioni televisive, da 90° minuto a Controcampo è stata un’esperienza irripetibile. Un’opportunità che senza le due settimane di “full immersion” Francesco, impiegato in uno studio commerciale sotto le Due Torri, non avrebbe mai potuto vivere. Poco importa se poi tutto è finito dopo appena quindici giorni e il suo sogno non si è mai realizzato. Per Francesco pagare sette milioni delle vecchie lire è stato un investimento azzeccato.

<Quando due anni fa ho deciso di fare quel corso – ricorda Francesco – volevo diventare un radiotelecronista sportivo. Ho risposto ad un annuncio e subito dopo sono stato invitato a sostenere un provino gratuito in un piccolo studio di produzione a Bologna. Non ero mai stato davanti ad una telecamera e per me è stata un’esperienza davvero unica>. Un’occasione talmente importante che Francesco l’ha presa al volo, firmando subito il contratto di partecipazione al master per radiotelecronisti sportivi. Poche settimane e le lezioni hanno inizio. Otto ore al giorno, sabato e domenica inclusi, al fianco dei giornalisti Ennio Vitanza e Alberto Ballarin. <Loro due erano le persone che ci seguivano di più – spiega Francesco – Bruno Pizzul invece è venuto solo un paio di volte a fare una chiacchierata con noi. Niente di formale, anche se era molto disponibile a rispondere alle nostre domande. Per il resto ognuno di noi ha ricevuto una videocassetta con tutto il lavoro svolto durante le due settimane, oltre naturalmente al diploma da radiotelecronisti sportivi>.

E le mille opportunità di lavoro che il corso avrebbe dovuto aprire nel mondo della televisione? <Quando abbiamo salutato i nostri tutor – ricorda Francesco – non si è fatto accenno a nessun posto di lavoro. Si sono limitati a ribadire la loro disponibilità a dare delle referenze a chi ne avesse fatto richiesta. Tutto qui, nient’altro. Forse è nel corso dei provini che qualche “venditore” prospetta delle cose diverse. Io personalmente non ci ho mai creduto>.

Massimiliano Papasso

Nella foto una delle immagini presenti nel sito internet della società milanese che organizza i corsi per radiotelecronisti sportivi

 

Giornalisti in 15 giorni. Pagando si può... forse

"Da noi si impara facendo". Incontro ravvicinato con uno che di giornalismo se ne intende.

 

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