Undici luglio 1982,
stadio "Santiago Bernabeu" di Madrid. Finale dei
campionati del mondo di calcio tra Italia e Germania. Nando
Martellini, giornalista Rai, urla commosso ai microfoni una frase
che sarebbe passata alla storia: <Campioni del mondo, campioni
del mondo, campioni del mondo!>. Portogallo, stadio "Da Luz"
di Lisbona, 4 luglio 2004, ventidue anni dopo potresti essere tu a
commentare la prima vittoria dell'Italia dopo il mondiale spagnolo.
Una società che
organizza corsi di formazione per aspiranti giornalisti è in grado
di realizzare il tuo sogno. Come?... facendoti studiare al fianco di
voci storiche del giornalismo sportivo italiano, da Bruno Pizzul a
Mario Poltronieri, passando per Davide De Zan ed Ennio Vitanza.
Nessun problema se hai poca dimestichezza con cuffie e microfoni, o
se non sei mai stato davanti ad una telecamera, questa società
milanese può fare di te il nuovo Sandro Piccinini in sole due
settimane, oltre a metterti in grado di avere in futuro, qualora tu
ne fossi sprovvisto, il tesserino da giornalista pubblicista. Non
c'è che dire, un'occasione davvero unica. E pazienza se bisogna
sborsare 4.500 euro, forse ne vale davvero la pena. Già, forse…
perché in tutta questa vicenda i dubbi sono veramente tanti,
soprattutto riguardo ai metodi con cui gli aspiranti giornalisti
vengono selezionati.
Tutto ha inizio con
una lettera recapitata a domicilio dall'allettante proposta:
"Vuoi fare televisione? Con noi è possibile". Chi è
attratto dall'intrigante messaggio deve semplicemente alzare la
cornetta e comporre le nove cifre di un numero verde. Una voce
gentile e suadente ti invita a partecipare ad un provino negli studi
televisivi più vicini a casa tua. Un sorriso davanti alla
telecamera, qualche parola balbettata ad un microfono e poi tutti a
casa. I migliori verranno contattati. Passano due settimane. La
stessa ammiccante voce ti contatta per darti la grande notizia:
giornalisti del calibro di Alberto Ballarin e Ennio Vitanza hanno
apprezzato la tua spontaneità, la tua "verve" artistica.
Sei pronto per un ulteriore provino, anche questo totalmente
gratuito. Le luci delle telecamere si riaccendono. Stavolta la prova
è più impegnativa: dovrai confrontarti con la lettura di un vero
testo giornalistico. Superato anche questo ostacolo però il gioco
è fatto. Sei stato scelto, presto potrai diventare un
radiotelecronista sportivo. Prima però dovrai affinare le tue
tecniche, migliorare la tua dizione, frequentando un corso
"full immersion" di due settimane a Milano con alcune dei
nomi più prestigiosi del giornalismo italiano. Basta mettere
una firma su un pezzo di carta, un contratto da 4.500 euro pagabili
anche a rate. Questo però non è il momento di farsi prendere dal
panico. Come ti conferma l'agente della società, "questa è
l'occasione della tua vita". Se firmi, si spalancheranno per te
le porte delle più grandi e prestigiose emittenti televisive
italiane, dalla Rai a Mediaset. Avrai la possibilità di lavorare
con la sicurezza di un contratto da 2000 euro al mese, e soprattutto
potrai entrare a far parte dell'Albo dei giornalisti
pubblicisti.
Ma non è finita qui, ci
sono altre sorprese: il corso, infatti, oltre a essere
"accreditato" presso le Regioni Lombardia e Umbria, a
breve avrà anche il riconoscimento dell'Ordine Nazionale dei
Giornalisti (ci sono già contatti con Enrico Capone, misterioso
presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti). In più avrai
l'irripetibile opportunità di frequentare un Master con tanto di
crediti formativi, anche se in realtà l'Università non l'hai
ancora finita. Ma se i dubbi ti tormentano ancora, c'è la soluzione
giusta per te: mettere mano al portafoglio e pagare subito 200 euro,
bloccando di fatto il contratto e assicurandoti un futuro da
giornalista sportivo. Se però entro sette giorni decidi di cambiare
mestiere, poco male. Hai la possibilità di rescindere il tuo
contratto da 4.500 euro perdendo soltanto i 200 euro d'acconto. C'è
quindi tutto il tempo per pensarci e fare le dovute verifiche.
La società
milanese, infatti, ha anche un suo sito internet sul quale sono
contenute informazioni relative al "master di giornalismo
televisivo". Si parla di corsi di montaggio, simulazioni delle
più importanti trasmissioni sportive e della conduzione di un
talk-show. Nessun cenno al costo complessivo del corso. A garanzia
della qualità del servizio offerto c'è comunque la fondamentale
presenza di "notissime firme del giornalismo italiano, volti e
voci famose della RAI e delle più importanti emittenti televisive
private". Qui, in realtà, non si fanno nomi anche se, durante
i provini, veniva data la certezza di seguire le due settimane di
corso gomito a gomito con personaggi del calibro di Ennio Vitanza,
Mario Poltronieri e Bruno e Pizzul, che tra le altre cose veniva
anche etichettato come uno dei fondatori della scuola. Ma sarà
vero?
Lui, la voce che
per 20 anni ha accompagnato la nazionale di calcio in giro per il
mondo, ridimensiona il suo ruolo all'interno dei corsi, smentendo
categoricamente quanto viene detto dai "venditori" durante
i provini in mezza Italia. <Il corso esiste ed è serio -
puntualizza Bruno Pizzul - Io comunque mi limito a fare ogni tanto
qualche chiacchierata con gli allievi, su invito amichevole dei miei
colleghi. Lo scopo del corso è quello di fornire un diploma da
radiotelecronista sportivo che in realtà non ha nessun valore>.
Ma come? E allora tutte le promesse di un lavoro dopo il corso in
Rai o Mediaset? <E' vero che alla fine del corso - spiega Pizzul
- l'organizzazione della scuola invia ad alcune testate i nominativi
dei ragazzi più meritevoli. Il problema è che queste sono cose
occasionali e che soprattutto non c'è nessun tipo di agevolazione
per un futuro inserimento nel mondo del lavoro>. E tutti quei
ragazzi che adesso lavorano in televisione grazie al corso della
società milanese? Anche Andrea Bosio, giovane giornalista sportivo
di Italia7 ci racconta un'altra verità: <Ho fatto quel corso nel
1999. E' stata un'esperienza utile per me - confessa Bosio - Il mio
posto di lavoro però non l'ho certo ottenuto grazie a loro, alle loro
segnalazioni, visto che a conclusione delle due settimane non ho
più avuto contatti con la scuola>. Senza contare che il
fantomatico Enrico Capone, spacciato per Presidente dell'Ordine
nazionale dei Giornalisti, in realtà non esiste.
Svaniti i sogni di
un posto assicurato in un'emittente televisiva, restano però le
certezze relative ai crediti formativi di un prestigioso master, e
alla possibilità di diventare pubblicisti in così breve tempo.
Peccato, però, che anche queste due convinzioni crollano ben
presto. <Dal 1999 per attivare un master universitario - ci
spiegano all'Ufficio Master dell'Università di Bologna - è
necessario avere una convezione con un Ateneo. La durata dei corsi
inoltre deve essere almeno di un anno, con l'obbligo di far
effettuare degli stages formativi a tutti gli studenti. E' ovvio poi
che per fare un master universitario si deve almeno essere in
possesso di una laurea di primo livello>. Per diventare
pubblicisti poi due settimane di corsi "full
immersion" non sono assolutamente sufficienti. Sono infatti
necessari un certo numero di articoli (almeno 50 a seconda
dell'Ordine regionale di appartenenza) regolarmente retribuiti
nell'arco di un biennio.
In conclusione,
anche se i corsi si svolgono regolarmente e chi li ha frequentati ha
espresso complessivamente un giudizio positivo sulla qualità delle
lezioni, pagare 4.500 euro sembra piuttosto spropositato. Anche
perché con una somma di poco superiore si può frequentare un vero
master universitario di secondo livello, con 160 crediti formativi,
otto mesi di stages, e che soprattutto dà accesso diretto all'esame
di Stato per diventare giornalisti professionisti. Insomma se non si
ha la sicurezza di trovare un lavoro, almeno c'è il riconoscimento
da parte dell'Ordine dei giornalisti (quello vero però).
Gianni Cerqueti
può quindi dormire sonni tranquilli. Nessun aspirante
radiotelecronista sportivo insidierà la sua postazione Rai almeno
per i prossimi campionati europei di calcio… per il futuro si
vedrà.
Luca De Lellis e Massimiliano
Papasso
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