“Avanti”.
La ragazza nell’ufficio della President e della Rari Nantes, le
società maschile e femminile della pallanuoto bolognese, è minuta.
Non molto alta, a occhio e croce tra il metro e
sessantacinque e il metro e 70. Un fisico agile, spalle strette.
Rosa Gambardelli è il portiere e capitano della squadra Rari
Nantes, che gioca nel campionato femminile di A2. Trent’anni,
insegnante di inglese, gioca a pallamano da 11 anni. Ha sempre fatto
il portiere, prima a Cosenza, la sua città, e dal ’99 a Bologna.
Oltre che atleta è anche dirigente e istruttrice di nuoto e
pallamano della società.
La
Rari Nantes rappresenta l’unico vivaio della pallanuoto femminile
a Bologna: “Nonostante i successi della nazionale, è uno sport
ancora poco praticato dalle donne – dice la Gambardelli -. Spesso
sono le mamme a non fare avvicinare le figlie a questa attività. Si
fanno idee strane sul fisico di chi la pratica. Temono che le
ragazze diventino delle specie di armadi e perdano femminilità.
Invece basta guardare noi per capire che non è così”. Da bordo
piscina, mentre parla, il capitano osserva l’allenamento delle sue
compagne e indica una ragazza di 16 anni molto promettente, su cui
la società sta investendo molto. “Purtroppo però nella
pallanuoto come negli altri sport alle donne non è rivolta la
stessa attenzione che agli uomini. Guadagnano di più e i loro
campionati sono più seguiti” denuncia il capitano delle ragazze.
Hanno forse i numeri dalla loro parte? “Sì, essenzialmente loro
sono più numerosi. Ma sono le politiche societarie a determinare i
vivai. Sono le società a decidere a chi aprire e quali squadre
formare”. E guadagnano di più? “Sì, non c’è paragone”.
Voi quanto prendete? “Abbiamo un rimborso spese”. Ma chi viene
da fuori ha l’alloggio pagato e le spese dei trasferimenti
rimborsate? “Sì, in effetti, se calcolo, e parlo di me come
esempio, quanto prendo come istruttrice e quanto risparmio vivendo
in una casa messa a disposizione dalla società, posso dire di
raggiungere una cifra pari allo stipendio di un impiegato”.
Massimiliano
Neri, bolognese, invece è il capitano della President. Trentunenne
commercialista, gioca in vasca da 15 anni e da sempre nella stessa
società, promossa in A2 l’anno scorso. “E’ uno sport duro,
che richiede un allenamento quotidiano. Tutti i giorni siamo in
piscina”. Fino a che età si pratica la pallanuoto a livelli di
serie A2? “Fino a che il fisico te lo consente. Nella nostra
squadra ad esempio la media è trent’anni e abbiamo anche un
giocatore di 40. Il più giovane della formazione è Michele Dello
Margio, 16 anni e giocatore della nazionale di categoria”. Due gli
stranieri della President: Slouko Letica, 25enne croato che ha anche
vestito la maglia della nazionale, e Clint Mercieca, 20 anni, di
Malta.
Le
donne dicono che la pallanuoto maschile è più seguita e più
retribuita della femminile. “In realtà però la nazionale
femminile ha fatto parlare molto di sé ultimamente. Detto questo,
la minor visibilità delle gare femminili è un problema di tutti
gli sport. Riguardo al nostro in particolare, nemmeno i campionati
maschili sono molto seguiti. E’ anche faticoso assistere a una
nostra partita. Vuol dire stare a bordo vasca, in piedi (giocano
alla Sterlino e non c’è una tribuna n. d. r.), dietro una
transenna, sopportando anche il caldo e l’umidità della
piscina”. Ma i compensi? “Nessuno è pagato. Tutti abbiamo un
rimborso spese che varia dagli spostamenti che ogni giocatore deve
fare per venire ad allenarsi e a fare le gare”. E gli stranieri?
“Loro sì, sono gli unici pagati, ma non prendono molto, dalla
società hanno l’agevolazione della casa”. Tutti gli altri hanno
un altro lavoro.
La
Rari Nantes e la President sono le uniche due società di pallanuoto
che a Bologna giochino in serie A2. Le prossime partite in casa: il
25 aprile le ragazze e l’8 maggio i ragazzi. La piscina è la
Sterlino, via Murri 113. Federica
Pezzali
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