Nel momento in cui i
riflettori di tutto il mondo sono nuovamente concentrati sulle
vicende irachene, quando l'Italia intera trepida per la sorte degli
ostaggi catturati a Falluja, capita che anche Bologna sia per un
giorno al centro dell'attenzione di tutti i media nazionali per
l'incontro avvenuto lunedì 19 in prefettura fra il ministro degli
Esteri Franco Frattini e l'inviato speciale di Kofi Annan in Iraq,
Lakhdar Brahimi, da principio invitato in città per tenere una
lezione all'università. In realtà, l'avvenimento è passato
largamente sopra le teste dei cittadini bolognesi, chiamati alle
urne fra poco più di un mese per la grande tornata delle elezioni
amministrative.
Le recenti feste
pasquali, però, hanno evidenziato una situazione profondamente
diversificata fra i due principali schieramenti in gara. Gode il
centrosinistra, dove le divergenze sono state appianate e che vede i
suoi candidati sostenuti da Ulivo, Italia dei Valori e Rifondazione
Comunista. Ha il suo momento di gloria Beatrice Draghetti, candidata
alla scranno più alto di Palazzo Malvezzi, nella convention che
l'ha incoronata ufficialmente e che ha visto il suo primo discorso
ufficiale in veste di "competitor" nel confronto
elettorale. Nel suo discorso programmatico la Draghetti si è
mostrata sicura di poter vincere, decisa a passare in rassegna
personalmente tutti i comuni della provincia e pronta a collaborare
al governo del territorio in piena sintonia con il candidato sindaco
Sergio Cofferati, il quale, presente anch'egli alla convention, ha
ringraziato e ha subito accettato l'invito.
Completamente
differente la situazione nel centrodestra, dove, ad un passo dalla
meta, gli accordi fra i due maggiori partiti (Forza Italia e
Alleanza Nazionale) sono naufragati miseramente. An si aspettava,
per il principio dell'alternanza, il via libera per Palazzo Malvezzi
a Sergio Guidotti (attuale presidente del quartiere Santo Stefano e
vicino al segretario regionale Berselli), avendo trovato l'accordo
per consegnare a Forza Italia la presidenza di due dei tre quartieri
che dovrebbero essere garantiti al Polo (nello specifico Porto e
Santo Stefano). A rompere la tregua sarebbe stata l'uscita a
sorpresa del coordinatore provinciale forzista Ubaldo Salomoni, che
si è autocandidato alla presidenza della Provincia mettendo in
crisi il difficile equilibrio raggiunto. Immediata la risposta del
coordinatore provinciale di An Enzo Raisi, che ha dichiarato, come
ritorsione, di non concedere più luce verde ai candidati forzisti
nei quartieri di Bologna. Insomma, i due partiti sono ai ferri corti
e, se le elezioni fossero domani, correrebbero per conto proprio
contro un centrosinistra molto compatto.
Le cose potrebbero
ulteriormente complicarsi per gli elettori di centrodestra nel caso
anche "La tua Bologna", la lista civica del sindaco
Guazzaloca, decidesse anch'essa di correre da sola nei
quartieri.
Nel momento in cui i
sondaggi danno perdente il sindaco contro Cofferati, il centrodestra
bolognese dovrà lavorare seriamente per riconquistare l'unità al
momento perduta, se non vuole rischiare un suicidio politico.
Massimo Donaddio
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