Per favore, non chiamatelo gigolo
 

“Lo faccio per i soldi, perché mi piacciono i soldi”. Chi parla è un “escort”, ma non ha nulla a che fare con la quattroruote di casa Ford molto in voga negli anni ’70 e ’80. Si chiama Fabrizio, un giovane di Bologna con una vita apparentemente normale e un risvolto segreto, di “ragazzo a ore”.

Ventitré anni, originario del sud Italia e di buona famiglia - è lui a dirlo - ha una laurea in corso all’università e una doppia vita da “massaggiatore” e “accompagnatore” per signore bolognesi stanche della solitudine e con tanto bisogno di compagnia.

Si può trovarlo la sera sulla chat-line di uno dei portali internet italiani più frequentati. Sullo schermo, tra le decine di nomi, “nickname” come si dice in chat, c’è il suo, “fabrizioescort” e la piccola foto in cui mostra un solo occhio scuro, furbastro, semichiuso, che attira decine di “click” ogni ora. Si scambia qualche parola e ottenere il suo numero di telefono per un contatto immediato è molto semplice.

Di telefonate sul suo cellulare ne arrivano molte, anche grazie agli annunci che pubblica su vari siti internet: “stanno ad ascoltare la voce e poi mettono giù - racconta - ma dopo mezz’ora arriva un’altra chiamata e l’incontro di solito va a buon fine”.

Da vero imprenditore di se stesso, da un po’ di tempo Fabrizio ha messo su anche un sito internet personale sul server russo “da.ru”, che offre spazio a qualunque tipo di sito senza molte verifiche sui contenuti. Una pagina personale completa di foto, le “attrazioni” offerte da Fabrizio, compresi gli spettacoli davanti alla webcam, i suoi recapiti, un tariffario e un’agenda che tutti possono leggere, su cui Fabrizio segna i suoi appuntamenti più importanti: “mattina occupato”, “sera occupato”, “week-end a Milano” si vede scorrendo le paginette elettroniche del suo calendario tutto speciale.

“Ottanta euro il prezzo base per un’ora, 260 euro per due o tre giorni, più il prezzo del viaggio e il mangiare. Mi muovo molto, sono stato anche all’estero con una ‘tipa’, e le mie clienti sanno che possono contare su di me anche per convegni, vacanze”. A Bologna i mesi invernali e primaverili, sulla Riviera romagnola passa almeno un mese d’estate: “Faccio stare bene le donne, gli do l’attenzione che cercano”.

Ammette che non fa solo massaggi, ma non accetta nemmeno che la sua vita da call-boy sia definita una storia di prostituzione: “hanno la stessa età di mia madre, ma si vede che stanno bene con me, mica sono io a cercarle; comunque sono io a decidere chi può essere mio cliente e chi no, non c’è nessuno che mi sfrutta”.

Mio cliente?” - “Sì - spiega - di solito vado con donne, bolognesi, ma perlopiù le telefonate arrivano da parte di uomini” – “E a volte…” gli faccio io – “A volte”, mi conferma. E’ una vita segreta, gli amici non sanno cosa fa, oltre a sapere che frequenta qualche ragazza. 

Quanto guadagna come escort è top secret – nessuna cifra da capogiro, ma è abbastanza per vivere senza troppi sacrifici, dice Fabrizio: “faccio una vita normalissima, a volte esco con gli amici, non mi drogo e la mattina mi alzo presto per studiare, sono onesto”. Nessuna vita spericolata, dunque; una vita normale, un lavoro pulito, ma se gli si fa notare che offrire esibizioni davanti a una webcam a infrarossi mentre dorme nel buio della sua stanza, non è esattamente normale, e che farlo quando è in compagnia di qualcuno che non sa di essere ripreso non è onestissimo, la conversazione finisce e Fabrizio scompare nel mare di bit, finestrelle colorate e nickname ammiccanti da cui era spuntato. 

                                                                                           Graziano Pintus

 

 

Sempre più numerosi i giovani che si prostituiscono su internet. Sopra l'immagine di un "escort" della rete.  
 

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