Una sala operatoria perfettamente
attrezzata, un paziente sdraiato sul tavolo, tre giovani chirurghi
intorno. Il paziente respira, tossisce, si lamenta, geme, il suo
cuore batte, sanguina se sbagliano a fargli una flebo, reagisce alle
cure che gli vengono somministrate. Tutto normale, insomma. Tranne
un particolare. Questo paziente non può morire. Anzi può, ma ogni
volta che le sue funzioni vitali cessano è sempre possibile
riportarlo alla vita e ricominciare tutto daccapo. Infatti, steso
sul tavolo operatorio non c'è un uomo, ma un manichino animato che
ha tutte le funzioni di un essere umano. Di più, le sue reazioni
durante l'operazione replicano alla perfezione quelle che avrebbe
nella stessa situazione un malato in carne ed ossa.
Tre di questi androidi sono al
centro Simulearn di Bologna, la prima scuola di pratica operatoria
in Italia ad utilizzare questa tecnologia. E' una struttura privata
che offre i suoi corsi ai medici del servizio pubblico e agli
specializzandi. A queste due categorie, infatti, si rivolge
Simulearn: per i primi si tratta di confrontarsi con imprevisti e
situazioni di emergenza, per gli studenti l'obiettivo è invece
quello di fare pratica su qualcosa di molto simile ad un essere
umano. Ma con una possibilità che su di un uomo non è data. Qui se
si sbaglia, si può tornare indietro e correggere l'errore. Intanto
i primi corsi sono previsti per il mese di giugno, saranno 55 e
coinvolgeranno 1200 anestesisti.
Il concetto è lo stesso dei
simulatori di volo, che consentono ai piloti di affrontare
situazioni di emergenza per un numero illimitato di volte,
abituandosi a reagire nel modo giusto. Anche per i chirurghi e gli
anestesisti è importantissimo sapere come affrontare le situazioni
critiche impreviste. Questo tipo di allenamento serve a creare degli
automatismi che scattino nel medico e gli consentano di reagire
prontamente e nel modo più adeguato in qualsiasi situazione. "
L'operazione sul manichino è estremamente realistica e il
coinvolgimento emotivo di chi opera è grande". Spiega Giovanna
Abate, docente di simulazione chirurgica avanzata nel centro
Simulearn. " Proprio per questo è utile anche per migliorare
la comunicazione tra le equipe mediche".
La sala operatoria del centro è
curata in ogni particolare e attrezzata esattamente come quelle
vere. Il manichino, grazie al software che lo anima, ha tutte le
reazioni di un essere umano. Quattro telecamere riprendono lo
studente o il medico in questione, mentre gli insegnanti decidono
che cosa accadrà al manichino, se gli verrà un embolia, una crisi
respiratoria, un infarto o altro. Ma, a complicare la vita delle
persone che stanno operando l'androide, non sono solo emergenze
mediche. " Una situazione alla quale nessuno è preparato, ad
esempio, è un incendio improvviso che divampa nell'ospedale"
dice il professor Luciano Gattinoni, primario di anestesia al
Maggiore di Milano. E così, mentre si lavora sul manichino può
darsi che venga anche simulato anche questo oppure un blackout o
qualsiasi altro tipo di imprevisto.
" Lo scopo che si vuole
raggiungere- continua Gattinoni- è quello di addestrare i medici a
reagire nel modo giusto in situazioni gravi, portate da eventi
eccezionali e non prevedibili, di quelli che possono capitare due o
tre volte in una carriera. E quando succede qualcosa di questo tipo
è necessario essere pronti". Il professor Gattinoni è uno dei
pochi medici italiani che aveva già provato un manichino simile a
Boston qualche anno fa. E infatti questo robot- cavia arriva dagli
Stati Uniti, dove è stato inventato e dove è stato utilizzato per
addestrare i medici militari prima di partire per la guerra in
l'Iraq.
Marco Barbonaglia
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