In
tutto 50 squadre tra Bologna e provincia. Un numero coerente con una
realtà regionale che conta ben 83 società di pallamano. Serafino
D'Onofrio è il presidente del comitato regionale della Federazione
Italiana Gioco Handball: "L'Emilia Romagna, e il territorio
bolognese in particolare, rispetto al resto d'Italia, vivono una
situazione più felice nel settore della pallamano". Nei
campionati nazionali maschili, giocano in serie A1 tre squadre del
territorio bolognese: il Bologna Handball, la Pallamano 85 e l'Imola
Mordano. Altre due giocano in serie B e a questi già importanti
numeri vanno aggiunti i dati del settore giovanile. Due squadre di
under 19, tre di under 16 e una popolosa under 14, categoria
alimentata da 25 scuole e 15 società.
Certo non è facile coltivare
un vivaio produttivo, perché il terreno per far fiorire la pallamano, in un
paese come l'Italia, non è fertile da nessuna parte. Ma lo sforzo
che sta facendo la federazione, e più da vicino i comitati
regionale e provinciale, sta premiando in termini numerici. "Il
progetto di promozione della pallamano parte dalla scuole - spiega
D'Onofrio -. In 25 istituti della provincia portiamo avanti un
progetto formativo che consiste in 16 ore di avvicinamento alla
pallamano. Sono dei tecnici competenti che istruiscono i ragazzi e
poi organizzano un torneo finale tra le scuole". Dieci euro è
il costo del tesseramento per ogni studente, spesa sostenuta
quest'anno al 30 per cento dalla federazione e al 70 per cento dalla
società Bologna Handball, la più forte della due squadre cittadine in serie
A1, con alle spalle lo sponsor Carisbo San Paolo.
Il Bologna
Handball nasce nel 1999 dalla fusione di due squadre, il Gymnasium e
l'H.C. Bologna. Nell'attuale società si somma quindi i
titoli di due storie di pallamano giocata ai massimi livelli. Si
può dire che dal 1969 la squadra ha disputato 35 campionati nella
serie più alta, con due sole retrocessioni in A2. "Stiamo
attraversando una lunga stagione di successi - spiega Beppe Tedesco,
allenatore della squadra -. Abbiamo avuto nella nostra rosa anche un
campione del mondo e campione olimpico, Walter Mattosevic". Gli
stranieri rappresentano ancora la carta vincente, come in ogni
squadra, ma "Una grande risorsa per noi è l'università - dice
Tedesco -. Cerchiamo dei talenti in questo grande bacino, forti del
fatto che Bologna più che mai è una città piena di giovani. Il
nostro portiere, Matteo Pettinari, è uno studente di
Ingegneria". La società retribuisce Pettinari, che è anche il
portiere della nazionale, facendosi carico proprio delle sue spese
universitarie, che comprendono anche l'alloggio, per lui che è
originario di Macerata. Per il resto, i giocatori di pallamano non
hanno grandi compensi, hanno dei rimborsi spesa e, come spiega
Antonio Jelich, presidente dei Pirati della Pallamano 85, anche chi
prende di più, arriva al massimo a guadagnare tra i 15 e i 20mila
euro all'anno.
La Pallamano 85 nasce nel 1998 dalla fusione
progressiva di tre associazioni del territorio bolognese: l'Atletico
Handball Club, la Progresso Pallamano e la 1985 Pallamano Bologna.
Nella stagione 1999-2000 la Pallamano 1985 gioca per la prima volta
in serie A2 e in quel campionato resta fino al 2003, quando
raggiunge la promozione in A1. Il campionato che si sta concludendo
segnerà però dopo quest'unica stagione la retrocessione in A2 dei
Pirati. Quello tra il Bologna Handball, che sta lottando per il
playoff, e i Pirati, che dovranno fare un passo indietro, è l'unico
derby cittadino del campionato di serie A1. Se aggiungiamo i derby
provinciali con Imola il quadro è quello di una pallamano bolognese
all'avanguardia su scala nazionale.
Federica
Pezzali
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