Cofferati, la nuova frontiera si chiama blog

 

Altro che uomini-sandwich, come vorrebbe Umberto Eco. Per convincere gli elettori l’Ulivo bolognese guarda al futuro: uno staff di “comunicatori” dove i trentenni sono i più anziani, e soprattutto la grande rete di internet. E’ la vera svolta della lunga marcia elettorale per la poltrona di sindaco cominciata l’estate scorsa con lo sfidante di Guazzaloca a girare la città in lungo e in largo per incrociare sguardi, intercettare durezze, capire dove va (e dove vuole andare) la città. Era l’estate scorsa, e sembra una vita: i fan di Guazzaloca si ergevano a inflessibili paladini della bolognesità mentre l’ex sindacalista ostentava riserbo e intanto stringeva mani. Poi, senza clamori, si è entrati nella fase due. Con l’inizio del 2004 Sergio Cofferati ha affidato ad un pugno di giovani e ad un sito internet (www.sergiocofferati.it), partito il 29 gennaio, il suo dialogo con la cittadinanza, mettendo in rete anche un “blog” (cioè un diario on line) dove scrive di tutto con la puntualità del grafomane, dagli affitti agli studenti ad Enzo Biagi, dalla musica alle consulenze. Seguendo l’esempio di pochi politici coraggiosi ma non necessariamente fortunati: primo tra tutti il candidato (ormai sconfitto) alle primarie democratiche americane Howard Dean. Ma pare che anche due colonne del centro-sinistra nella “vecchia Europa” come Tony Blair e Walter Veltroni vogliano seguire questa moda.

A curare la campagna del candidato sindaco c’è un gruppo di studenti ed ex studenti di comunicazione, che lavorano “tutti su base volontaria” sognando un trionfo del Cinese di Cremona il giugno prossimo. A dominare, almeno per ora, è il web. “Siamo partiti il prima possibile col sito perché non abbiamo né un Resto del Carlino, né una E’tv né una Rai tre a disposizione” spiega Cristian Vaccari, 25 anni, laurea in Scienze della comunicazione all’Alma mater con una tesi, guarda un po’, sulle elezioni presidenziali americane. Discussa col sociologo ed ex assessore della giunta Vitali Roberto Grandi, ora prorettore dell’Ateneo bolognese. Il sito, di cui l’enfant prodige Vaccari è il responsabile, ospita una media di 2.000 visitatori al giorno e ha triplicato in poche settimane le richieste dei volontari da reclutare per la campagna elettorale. Quasi un migliaio di persone, informa lo staff: un piccolo esercito certamente non facile da gestire, a seconda delle attitudini di ognuno. In più, una valanga quotidiana di e-mail con suggerimenti più disparati. “Ci siamo dati come regola di rispondere subito, nel giro di 24-48 ore- racconta Vaccari- Ha una grande efficacia, dà un’impressione buona in chi scrive. Presto apriremo anche dei forum”, dove sarà lo stesso candidato sindaco a introdurre gli argomenti di discussione. In effetti il Cinese formato on-line sembra un precipitato dei 45 giorni di “ascolto” con cittadini e associazioni in giro per i quartieri di Bologna: lo si vede già dal logo, disegnato da Staino (il vignettista creatore di Bobo) e passato direttamente dalla copertina del volume sul viaggio uscito col Domani alle magliette “andate a ruba” nei mesi scorsi, alla home page del sito.

Ma il web non basta, Vaccari lo sa benissimo. Cosa farete per “convertire” lo zoccolo duro dei guazzalochiani? “E’ vero, recuperare solo i voti ‘nostri’ non è sufficiente. E siccome non abbiamo molta copertura dai grandi media, serviranno eventi per richiamare l’attenzione, e per fare questo ci vogliono idee nuove. Immagino che Guazzaloca triplicherà le inaugurazioni. La nostra campagna elettorale invece si baserà sul merito dei problemi, quelli che il sindaco non ha risolto o ha addirittura aggravato”.

 

Mirko Billi  

 

Guazzaloca e la strategia dei "fatti"

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