Il Ratto in mostra a Bologna
 

La pioggia di calce bianca a macchioline, intasa i pori della carta e si allarga più sotto, alla tela. Tra i punti bianchi, sulle decine di quadretti a sfondo verde, violetto, rosso saturo, emergono, cupe ma inconfondibili le fattezze del Pantheon di Roma, della via Appia, il Ponte Carlo di Praga, i boulevards parigini, il battistero del duomo di Parma… e d'improvviso New York: torri, a decine, tutte uguali che sfidano le nuvole, le avenues tagliano dritte lo spazio come una torta, rubano posto a capitelli greci e ogive gotiche. Si chiama Europa 2003, è l'opera dell'artista milanese Luca Pignatelli. 

E' solo uno dei grandi nomi presenti alla mostra Il nuovo Rit-Ratto d'Europa, che espone numerose opere sulle diverse sensibilità dell'arte italiana degli ultimi 40 anni. La si può vedere ora, a Bologna, nella chiesa di San Giorgio in Poggiale, fino al 15 febbraio. E' candidata a restare uno degli eventi culturali più importanti dell'anno, questa selezione di opere venuta da Bruxelles, dove fino a novembre, all'Académie Royale de Belgique, ha ricordato il contributo italiano all'arte europea durante Europalia, la rassegna che va avanti dal 1969. "Rit-Ratto" per rievocare, e aggiornare, il mito greco del rapimento, da parte di Giove, della giovinetta Europa, e quindi come sottolineatura del rapporto, in bilico tra magia e sofferenza, tra Europa e la divinità. 

L'arte dunque, come frutto semidivino? Se lo è, queste opere, prevalentemente figurative (ma non mancano scultura e installazioni), che vanno dall'arte povera di fine anni '60, passando per la transavanguardia, fino ai giorni nostri, sono trasognanti, sospese tra la realtà e l'idea che ancora non è. Guardano nel vuoto, l'uomo e la donna dipinti dal fiorentino Sandro Chia, come un Ulisse e una Penelope post-litteram, con espressioni da smarrimento romantico e quel po' di lucidità e senso di riflessione che ne tradiscono l'identità inconfondibilmente europea, di uomini e donne con un passato un po' invadente e talvolta scomodo. I colori, una tavolozza esplosiva, sono quelli di Cézanne e Van Gogh, le linee figlie di Picasso, in un tono generale che è espressionista, ma con rimandi concettuali all'arte classica.

Francesco Clemente, Grisaille self portrait, 1997. Olio su tela, cm 61x50,8

Curiosa la scelta (o si tratta di una casualità?) di aver allestito in mostra solo opere di artisti viventi - 22, ognuno con due opere - come a conferma che quello dell'arte con i giorni nostri è un dialogo ancora in corso, un discorso su forme e concetti ben al di là da chiudersi in breve tempo. Ipnotizzano i due visi, asimmettrici, dagli occhi eccezionalmente grandi, dipinti à grisaille dal napoletano Francesco Clemente. Sono volti sconcertati, sporcati da lacrime di disperazione o contorti in un urlo gelido e sordo. Sono ritratti di grande profondità, in cui l'esterno rappresenta anche l'interno della figura, le sue lacerazioni, e ansie. 

Enrico Castellani, Carla Accardi, Fabio Mauri, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Luigi Ontani, Aldo Mondino, Luigi Mainolfi, Mimmo Paladino, Enzo Cucchi, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Marco Lodola, Gian Marco Montesano, Sabrina Torelli, Gianluigi Toccafondo (ricordate le pubblicità animate del Sambuca Molinari?!), Sabrina Mezzaqui, Alberto Zamboni, Paolo Chiasera, gli altri nomi degli artisti che espongono. Curiose le due opere di Pistoletto, una figurativa e una scultorea, in pendant. Un termosifone creato con un tubo di metallo lucido forgiato a mo' di silhouette umana; il suo rimando, in una stampa fotografica a dimensione naturale, dove un uomo, con braccia e gambe allargate, si specchia, diventando termosifone. Lontano ogni riferimento di tipo estetico, a una vita che si fa opera d'arte. Qui è l'arte che scende dal cavalletto, per farsi vita, e abbracciare l'uomo e l'ambiente intorno. Un'opera d'arte partecipe del divenire umano, in un gioco in cui tutto muta e ciò che resta è solo ciò che si vede nel momento attuale, in un tempo sempre coniugato al presente.

Graziano Pintus

Enzo Cucchi, Alberobello, 2000, olio su tela, cm 70x200

 

Il nuovo rit-ratto d'Europa

San Giorgio in Poggiale 

via N. Sauro 22, Bologna 

dal 24 gennaio al 15 febbraio 2004 - ingresso libero.

La mostra è allestita dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna ed è curata da Vittoria Coen. Catalogo by Editrice Compositori.

 

 
Sandro Chia, Figura femminile, 2001, olio su tela, cm 183x153
Art-a-bo
Netmage
HOME