I poeti della domenica 
 

“Lazio – Parma: chi perde paga il campo”. Sintetici, ironici a volte geniali. Sono gli striscioni che vengono affissi ogni domenica negli stadi. I tifosi li usano per comunicare con gli avversari, con la propria squadra e con il resto del mondo perché ogni curva è un’isola. Alcuni sono nuovi, plastificati e lucidi, altri sono vecchi di stoffa sbiadita ma storici e mitici, vessilli grazie ai quali farsi riconoscere. Sono come la coperta di Linus, bisogna portarli appresso ovunque si vada, sia in Italia che all’estero. 

Nell’era di internet e dei cellulari, il popolo delle curve comunica così, a vista, come gli indiani con i segnali di fumo. Un esempio di come si può sintetizzare in due parole il più colossale crack finanziario della storia d’Italia, un buco nero da 20mila miliardi di vecchie lire, semplice: “Fallisco Tanzi”. Lo hanno scritto i tifosi del Bologna nel corso dell’ultimo derby con il Parma. I tifosi del Torino ci dimostrano, invece, come si può offendere senza usare parolacce. Rivolti ai tifosi della Juve scrivono: “Siete più brutti della Multipla”. C’è anche molta auto ironia. Nella stagione 2000/’01 la partita Fiorentina – Roma fu disputata di lunedì. In questo modo si intendeva scoraggiare un massiccio esodo di tifosi dalla Capitale. Nonostante ciò i tifosi romanisti sono arrivati numerosissimi preceduti da questo striscione: “Semo tutti parrucchieri”. 

Sempre i tifosi giallorossi, diversi anni fa, durante una partita di coppa Uefa, invitavano i cugini biancoazzurri a schiacciare il telecomando in questo modo: “Gufo laziale cambia canale”. Nella capitale anche i tifosi laziali hanno qualcosa da dire e intervengono nelle vicende di gossip: “Ilary e Totti: una letterina per un analfabeta”. Forse in questo caso il capitano della Roma non se la deve essere presa più di tanto, vista l’enorme quantità di barzellette che girano su di lui, che lui stesso ha raccolto in un volume trasformandolo in un best seller. Un altro best seller del momento è il libro che raccoglie gli striscioni più esilaranti degli stadi italiani, che prende il titolo da un colpo di genio che i tifosi del Napoli hanno dedicato a quelli del Verona, hanno scritto: “Giulietta è ‘na zoccola”.

Su questo modo di comunicare tipico dei tifosi abbiamo raccolto l’opinione di Maria Pia Pozzato docente di semiotica all’università di Bologna:

“La particolarità di questa forma di comunicazione è che scaturisce dal coordinamento di più individui. Più persone comunicano attraverso un unico messaggio impresso sullo striscione, in relazione a ciò sono molto importanti le gerarchie riscontrabili all’interno delle curve”.

La semiotica si occupa di questo tipo di fenomeni?

“La socio semiotica studia le dinamiche di contagio ossia in che modo un fenomeno si propaga all’interno della società. Quelle presenti all’interno delle curve sono definite dinamiche di condivisione di un ritmo di azione, come quando, ad esempio, un cavaliere è in sintonia con il suo cavallo o come nel caso di due ballerini di tango o ancora come uno stormo di uccelli che vola in maniera sincronizzata. È interessante anche vedere come queste dinamiche preordinate di gruppo si coordinano con l’evento e in che modo l’evento è in grado di influire sui ritmi della comunicazione di curva”.

   

Ferdinando Tarsitani   

Striscioni alla curva 
della tifoseria bolognese

 

 

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