Tredici matite inglesi per i ragazzi

Funerali di gatti, pappagalli nascosti sopra lo sciacquone, canguri blu in biblioteca: è questo il meraviglioso mondo dell’illustrazione dei libri per ragazzi. Tredici famose matite d’Inghilterra arrivano ora alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna con la mostra The Magic Pencil, aperta fino al 23 maggio.

C’è una grande varietà di tecniche usate - collage, matite, acquarelli – e di soggetti, che spaziano dalle favole di Esopo ai racconti della Guerra Fredda. Ma uno dei caratteri comuni a tutti gli artisti sembra essere la volontà di raccontare ai più piccoli ansie e problemi degli adulti. Ed è quindi un riflesso del mondo letto sui quotidiani quello che si ritrova in questa esposizione.

Tra i disegnatori più noti c’è lo stesso curatore della mostra, Quentin Blake. Blake ha illustrato per anni i libri dello scrittore Roald Dahl, con cui ha costituito una coppia di gran successo letterario e commerciale. Tra le opere esposte si possono ritrovare i disegni di Matilda (1988), con l’indimenticabile, hitleriana preside di scuola, la signorina Trunchbull. Non manca Cuckatoos (1992), in cui Blake, con il suo tratto fine e preciso, rende verosimile la strabiliante storia di dieci coloratissimi pappagalli, in fuga dall’appartamento del professor Dupon per ritrovare un pezzetto di natura nell’esuberante flora di una serra tropicale.

C’è invece il ricordo della minuziosità del disegno scientifico negli spaccati di Stephen  Biesty, che disegna castelli medievali, treni e città, tutti visti in sezioni. Colpiscono l’attenzione le tavole dedicate a un veliero da guerra, in cui sono dettagliatamente  ricostruite gioie e dolori della giornata di un marinaio inglese del Settecento.

La guerra è presente nel racconto War Game (1993), di Michael Foreman: trincee sotto tempeste di neve, soldati spersi in sterminati campi bianchi, sotto grandi cieli angosciosi per ricordare la tragedia della prima guerra mondiale. È invece la Guerra Fredda ad affiorare in When the Wind Blows (1982), fumetto di Raymond Briggs, attraverso lo smarrimento di un’anziana coppia alle prese con la costruzione di un rifugio antiatomico. Saltano fuori allora i ricordi della Seconda guerra mondiale, dei bombardamenti di Londra, dei discorsi di Winston Churchill ed è un modo per tramandare la memoria del passato alle nuove generazioni.

La morte con i suoi riti è invece il tema di Famous Fred (1987), storia raccontata da Posy Simmonds. Nick e Sophie piangono la dipartita di Fred, il loro pigro micio che non faceva altro che mangiare e dormire. Svegliati nella notte da un miagolio insistente, scoprono da un cerimonioso felino in tuba che il loro caro Fred era la più grande pop star del vicinato. E poiché si esibiva di notte, la mattina dormiva sempre. Segue poi la veglia funebre e il festino in onore del defunto, finché il giorno dopo Nick e Sophie scoprono che la lapide che ricorda il loro amico è stata misteriosamente cambiata e ora recita “Famous Fred”. 

Tra gli altri artisti che espongono ci sono anche Angela Barrett, Patrick Benson, John Burningham, Emma Chichester Clark, Lauren Child, Sara Fanelli, Tony Ross e Charlotte Voake.

Claudia Grisanti

Uno dei disegni di Emma Chichester Clark in mostra 

 

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