Calcio "dopato"? Non lungo la Via Emilia

 

Alla fine non l’ha spuntata nessuno. Il derby attualmente più "regolare" nel panorama calcistico italiano, quello tra Bologna e Modena, disputato domenica 15 febbraio allo Stadio Dall’Ara, si è concluso infatti con un pareggio che, a conti fatti, non ha scontentato nessuno.

 Il fatto è che Giuseppe Gazzoni Frascara non le manda certo a dire quando si tratta di difendere il suo operato in qualità di maggior azionista del Bologna Calcio e di portare avanti la sua battaglia contro il doping amministrativo che da qualche tempo inquina il nostro calcio: "L’anno prossimo ci sarà una ventunesima squadra in serie A: con la scritta IRPEF sulle magliette, di proprietà dell’Erario, mentre i cartellini saranno di proprietà di Tremonti. Per quella squadra ci saranno giocatori a volontà, ma non del Bologna e nemmeno del Modena".

 Se, infatti, all’indomani della sconfitta subita dai rossoblù ad opera della Roma di Sensi, Gazzoni non esitò a parlare di una partita giocata contro una "squadra virtuale", priva cioè di sicure basi economiche e di un bilancio regolare che oggi, in Italia, pochissime squadre possono vantare, il "patron" bolognese ribadisce con forza l’eccezionalità di una partita disputata da due squadre senza particolari problemi economici. Se pensiamo che anche la Juventus ha chiuso per la prima volta in otto anni il suo bilancio semestrale in rosso (22.5 milioni di euro), ecco allora che l’entità del problema si manifesta in tutta la sua gravità. Del resto le ultime vicende che hanno visto protagonisti Tanzi e Cagnotti, ex proprietari di Lazio e Parma, sono "esempi", continua Gazzoni, "di quel malcostume ormai diffuso; e per non finire come il gruppo di Collecchio bisogna prendere provvedimenti, sennò il calcio implode… Non è possibile che sia lo Stato ad aiutare alcuni club tollerando il mancato pagamento delle tasse; è una situazione insostenibile".

 Intransigenza e drasticità sono le strade scelte anche da chi conosce meglio un altro tipo di legge, quella del campo. Fabio Pecchia, pilastro del centrocampo del Bologna, è consigliere dell’Aic (Associazione italiana calciatori) ma, guarda caso, è pure un avvocato dalle idee sempre chiare in campo e fuori: "Bisogna mettere dei paletti entro cui devono stare le società: chi non ci riesce è meglio che fallisca. Meglio perdere quattro squadre oggi che una quindicina in dieci anni. I calciatori si stanno adeguando alla crisi, con decurtazioni e altre iniziative, ma chi amministra sono i dirigenti; i giocatori si adeguano al mercato, cioè all’offerta e alla domanda". 

Peccato, davvero un peccato che l’avvocato Pecchia non possa difendere la causa dei suoi compagni nella prossima battaglia, questa volta sul terreno di gioco, in programma contro la Juventus. E fortuna che Beppegol Signori, fresco di festeggiamenti per i 36 anni appena compiuti, sarà regolarmente in campo per formare un tridente composto anche da Locatelli e Tare.

 Tra squalificati, indisponibili e reduci da partite con le varie nazionali, la vigilia di un match delicato quanto affascinante come quello con la Vecchia Signora non è certo delle più felici per Carletto Mazzone. Sornione e navigato, il mister ci tiene a spendere parole di elogio per i suoi ragazzi che "stanno facendo più di quello che è nelle loro possibilità" e sta attento a non pungolare troppo i bianconeri: "Come si dice?Non stuzzicare il gatto, anzi il cane, sì era il cane, che dorme". Tra le frecce (poche) al suo arco, un Carlo Nervo caricatissimo dalla partita con la Nazionale (suo l’assist per il gol del momentaneo vantaggio azzurro nell’amichevole giocata contro la Repubblica Ceca), e soprattutto quel giapponese coi capelli tinti che è ormai un’icona del calcio moderno. Hidetoshi Nakata sarà in campo contro i bianconeri soltanto poche ore dopo il rientro dal Giappone ma, visto che "lui è uno di quelli che dorme di più in aereo (parola di Gianfranco Civolani)", si può star certi che saprà dare la "sveglia" ai suoi compagni. Senza dimenticare, last but not least, lui, Andrea Sussi detto "salciccione" che nella sfida alla corazzata di Lippi sarà nientemeno che il dirimpettaio del Pallone d’oro Nedved. Già, proprio Sussi…ma chi è ‘sto Sussi?

 

Luca De Lellis

 

 

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