E i vagoni restano musei del fumo
 

“Il fumo è un pericoloso contaminante ambientale”. Con queste parole il ministro della salute Girolamo Sirchia, ministro della Sanità nonché illustre immunologo ed ematologo, esorta i passeggeri, all’inizio di ogni viaggio, sui treni Eurostar e Nuovi Intercity, a collaborare all’iniziativa di Trenitalia, che dal primo marzo ha vietato di fumare in tutte le carrozze. La garbata esortazione assume un involontario tono intimidatorio per quei viaggiatori, in particolare sui treni con posti a prenotazione obbligatoria, che abbiano avuto la sfortuna di essere assegnati agli ex vagoni fumatori. Sui treni Eurostar, le carrozze numero uno di prima classe e in particolare undici di seconda classe sono da anni le fumerie di migliaia di viaggiatori, sia dei tabagisti senza tregua, sia degli estemporanei affezionati delle “bionde” che, in lunghi viaggi, non sapevano rinunciare ad almeno una pausa-sigaretta. Ed ecco che, quando la voce registrata del ministro saluta i passeggeri, fra quelli seduti in queste carrozze si manifesta una certa perplessità. È il dubbio di chi sospetta per un attimo di trovarsi in un ambiente “pericolosamente contaminato”.  Un timore, forse irrazionale, che scaturisce dal persistente odore di fumo che negli anni ha impregnato tappezzerie e rivestimenti, dal colore giallastro di pareti e superfici plastificate, dalla sgradevole sensazione di stare a contatto di sedili apparentemente viscidi e impregnati di nicotina. Trenitalia, nella sua lodevole iniziativa a salvaguardia della salute di chi viaggia e lavora sui terni, sembra aver abbandonato al loro destino i passeggeri costretti dalla prenotazione ad occupare i posti ex fumatori. Forse è troppo costoso liberarsi, in tempi brevi, dell’odore del fumo, dopo essersi liberati delle sigarette, a pochi giorni dall’avvio dell’iniziativa. Resta comunque il disagio di chi si ritrova in carrozze “diverse” dalle altre, costretto a meditare, sulle “alchimie” delle prenotazioni Eurostar che l’hanno portato a sedersi nell’ex vagone più fumoso delle ferrovie italiane.

 

Giovanni Squarci

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