"Nel risparmio l'informazione fa la differenza" 
 

Meno propensione al rischio, più consapevolezza e ricerca della trasparenza. Sono queste le caratteristiche del risparmiatore nell’era dei grandi crac, secondo Maena Zuppiroli, promotore finanziario di Rolo Banca, Istituto che solo a Bologna conta più di 200 sportelli sui 325 totali. Confermato anche un disinteresse verso gli alti tassi di interesse e una ripresa di fiducia nei confronti della consulenza delle banche.

Come sono cambiate le abitudini dei risparmiatori bolognesi dopo il caso Parmalat?

Le abitudini dei risparmiatori sono in effetti cambiate, non si cerca più il rischio, si fanno investimenti a breve termine, ma questo non è dovuto solo al caso Parmalat o Cirio. Il declino e la conseguente sfiducia nei mercati è iniziato già dopo lo scoppio della bolla speculativa che ha interessato i titoli tecnologici nel 2000 ( il caso Enron ha dato un grande contraccolpo a livello internazionale, anche se in Italia si è sentito poco o quasi per niente). Poi sono arrivati i casi Argentina e Cirio, casi in cui le obbligazioni sono state collocate senza informativa da parte delle banche.

Cosa ha portato il risparmiatore a perdere la propensione al rischio?

Il problema del passato è stato quello di ricercare sempre il passo, il grande guadagno. In questi anni la banca è stata poco apprezzata come sede di investimento, adesso si manifesta un ritorno ai titoli di stato, o al parcheggio su conto corrente: il cliente è in generale poco interessato al tasso di interesse.

Cosa suggerite in questa fase ai vostri risparmiatori?

Quello che fa la differenza oggi è la consapevolezza e l’informazione che portano inevitabilmente a un migliore investimento, più tagliato sulle esigenze del singolo risparmiatore. Io posso confermare che la nostra banca non ha perso clienti. L’informazione è tutto: un esempio è il caso delle società di rating le cui valutazioni sulle collocazioni obbligazionarie sono spesso irreperibili; pochissime sono le società che le rendono disponibili ai clienti e le banche non lo fanno quasi mai. Si possono trovare solo in alcuni siti internet che spesso però sono sconosciuti ai non addetti ai lavori.

Come è possibile incentivare la trasparenza delle informazioni?

Nel caso dei promotori finanziari, finché non si comincerà a lavorare a parcella e i consulenti non lavoreranno in modo indipendente dalle banche, guadagnando sugli interesse del cliente non ci sarà una propensione forte alla trasparenza e a divulgare le informazioni.

                                                                        

Omar Mattioli

Vecchio bot, quanto ci manchi!
 

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