Ateneo Bologna. I dubbi dell'ex Garante
 

 

Dubbi su un concorso interno per 4 posti da collaboratore amministrativo (che alla fine ha "promosso" decine di idonei). Dubbi sulle "prassi" seguite nella composizione delle commissioni che devono valutare l'operato di professori e ricercatori. Dubbi sulle modalità di pagamento delle tasse universitarie (a causa soprattutto "dei famigerati Mav", i moduli da utilizzare per il versamento delle rate). Per non dire dei compensi dei docenti a contratto, corrisposti con ritardi anche di un anno. Dubbi espessi da Renato Tangari, ex Garante dell'Ateneo di Bologna, nella sua ultima relazione (2002-2003), non ancora comparsa sul sito internet dell'Università nonostante risalga al luglio scorso. Dubbi che anno spinto Tangari a chiudere la relazione con una sentenza che non assolve l'Ateneo: "Tenuto conto delle situazioni di cui ho avuto modo di interessarmi in questi ultimi 18 mesi- scrive il Garante nelle conclusioni- non nascondo qualche incertezza a confermare, in toto, il giudizio sostanzialmente positivo espresso nella relazione del 2001". 

Il caso più singolare riguarda un concorso del 1999 per l'assegnazione di 4 posti di collaboratore amministrativo. La selezione prevedeva due distinti bandi, uno "pubblico" (per 2 posti) e uno "riservato" al personale dell'Ateneo (altri 2 posti). Uno sdoppiamento di per sè non illegittimo, ma "illogico, o quanto meno strano", osserva Tangari, dato che determina un "ovvio raddoppio delle spese". Comunque "di certo non rispondente a quei criteri di opportunità ed economicità e forse anche di trasparenza cui deve essere sempre improntata l'attività amministrativa". Un concorso strano, però, visto che per i concorrenti interni l'Università ha anche "organizzato un apposito corso di preparazione, tenuto da docenti e funzionari particolarmente qualificati dell'Ateneo, docenti e funzionari che successivamente sono stati chiamati a far parte della stessa commissione esaminatrice" della prova riservata. Se il concorso fosse stato unico e "pubblico", il Garante ne è certo, i concorrenti "esterni" avrebbero fatto ricorso, e ottenuto l'annullamento della prova. Oltretutto, il bando ha previsto l'utilizzo della graduatoria del concorso "interno" (da intendersi, precisa Tangari, come prova con numero di posti "definito e limitato") per coprire successive carenze di organico. "Tale circostanza- si legge nella relazione- ha consentito a tutti i concorrenti risultati idonei nel 'riservato' (ben 37) di essere recuperati, con buona pace dei due striminziti posti a concorso", e di ottenere avanzamenti di livello. Va detto che sulla equiparazione del concorso "riservato" a un concorso pubblico c' è stato anche "uno 'strano' parere dell'Avvocatura dello Stato", che ha promosso la procedura, ma "probabilmente- sostiene Tangari- non ha avuto chiara visione delle disposizioni del bando e delle modalità organizzative del concorso".

Tangari, poi, si sofferma sulla segnalazione arrivata da un docente relativa "alla designazione dei membri interni per la costituzione delle commissioni giudicatrici per la valutazione comparativa di professori e ricercatori, senza l'osservanza delle particolari regole e delle indicazioni degli organi accademici e dei termini prescritti". Ciò nonostante, "alle relative delibere di Facoltà sarebbe stato dato corso egualmente, da parte degli uffici, in base ad una 'prassi' che", come precisato dallo stesso direttore amministrativo, "se pur non espressamente codificata, finora non ha mai causato problemi ne' contestazioni". Entro la scadenza del mandato, scrive il Garante d'Ateneo, non e' stato possibile verificare se queste procedure "possano ritenersi del tutto ortodosse o, al contrario, possano prestare il fianco a rilievi sotto il profilo della regolarità amministrativa se non addirittura della legittimità". Un professore associato dell'Ateneo, comunque, ritenendosi danneggiato dal giudizio di una commissione, ha fatto ricorso al Tar. Nel mirino del Garante anche le modalità in cui si sono svolte le elezioni delle rappresentanze universitarie. Se le regole adottate non saranno conformate allo Statuto d'Ateneo prima della prossima tornata elettorale, avverte Tangari, si rischiano "incidenti di percorso a seguito della presentazione di eventuali ricorsi al Tar".

Da un punto di vista statistico, la novità del testo riguarda il sensibile aumento di istanze presentate al Garante d'Ateneo da parte dei docenti. Erano state solo 2 nel 2000 e 8 nel 2001, sono risultate 22 nei 18 mesi considerati dalla relazione. Delle richieste pervenute al Garante nel 2002, in tutto 224, 203 provengono da studenti, 13 da docenti e 8 da impiegati tecnici e amministrativi. Cifre naturalmente più contenute per il semestre 2003, con 105 interventi richiesti. In 8 casi i docenti hanno lamentato problemi di carattere economico, la metà delle volte "per ritardi, talvolta superiori all'anno, nel pagamento di emolumenti spettanti a professori a contratto".

Tra le lamentele sollevate dagli studenti, diminuiscono quelle relative all'Arstud (l'Azienda per il diritto allo studio): 69 tra istanze singole e di gruppo nel corso dei 18 mesi. Rimane forte, invece, lo scontento per le segreterie studenti e i servizi amministrativi in genere (73 richieste d'intervento al Garante), mentre un caso a sé è rappresentato dalla voce pagamento tasse e rimborsi. Le istanze sono 37, ma il problema viene rimarcato con forza da Tangari. Il pagamento della seconda rata di tasse per l'anno accademico 2002-2003, infatti, si sarebbe svolto con notevoli disguidi, se è vero che "diverse migliaia di bollettini di pagamento (i famigerati Mav) - scrive il Garante- non sono giunti a destinazione o sono giunti agli interessati solo dopo la scadenza del fatidico termine", cioè il 31 marzo, costringendo qualcosa come 6.000 studenti a sborsare una mora di 59,39 euro.
In più, proprio nell'ultima decade di marzo, il sistema di pagamento on-line dell'Università "non ha funzionato, o ha funzionato a singhiozzo". Il Garante lamenta anche, in particolare sui termini di scadenza della rata, una "quasi totale assenza d'informazione" da parte dell'Ateneo. Stando così le cose, è la conclusione, "ritenere applicabile una sanzione tanto pesante (59,39 euro) a carico dei malcapitati studenti appare veramente fuori da ogni logica". Il Garante, in quel caso, auspicava "provvedimenti immediati" e nella relazione precisa come "al momento di scrivere queste note sembra che sia stata sospesa l'applicazione della mora in attesa che sia data dimostrazione, da parte degli studenti interessati, che effettivamente i famigerati Mav siano stati ricevuti oltre il termine fatidico".
A proposito di soldi: Tangari chiude la relazione facendo garbatamente notare che lo stipendio, a otto anni dall'introduzione dell'ufficio, rimarrà lo stesso anche per il nuovo Garante, entrato in servizio da qualche mese: "A queste condizioni l'Ateneo non può attendersi, poi, continua presenza, impegno e qualità della prestazione".

Mirko Billi

 

 
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