Confronti che ci
sono, confronti che non ci sono; nomi nuovi che spuntano, nomi
vecchi che vengono spuntati. Se Sergio Cofferati dialoga con
l’Europa sul tema “amministrare una città” da sinistra, il sindaco
Giorgio Guazzaloca continua a negarsi per un confronto diretto con
lo sfidante. E mentre Luca Cordero di Montezemolo guadagna la pole
position per la presidenza di Confindustria, due membri
dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia non vengono a sorpresa
riconfermati nel consiglio direttivo. E ancora, depositate le
motivazioni della sentenza della Cassazione relativa al processo del
neo fascista Luigi Ciavardini,, e nuova protesta dei disobbedienti
contro il Centro di permanenza temporaneo di via Mattei.
Cofferati, dal palco della manifestazione “Amministrare la
città in Europa” promossa dal movimento “La Sveglia”, sprona Bologna
a non aver paura di fare quel passo in avanti necessario per
“tornare a contare in Europa”. “Bologna non può - dice - e non deve
aver paura del nuovo”. Accanto a lui i sindaci di sette grandi città
europee amministrate dal centro sinistra, tra cui Monaco,
Barcellona, Roma e Firenze. Walter Veltroni, che è venuto “non a
dare consigli, ma il proprio contributo”, è convinto che “il modello
bolognese fatto di associazioni e partiti di centro sinistra uniti
possa essere valido anche a livello nazionale, perché è ormai chiaro
che non è immaginabile una coalizione di centro sinistra che sia
solo espressione di partiti”. Leonardo Domenici, primo cittadino di
Firenze, preferisce scherzare: “Sono fiorentino ma anche a me, che
durante la campagna elettorale ero deputato a Roma, davano dello
straniero, del romano”. Cofferati lancia anche il sito internet (www.sergiocofferati.it),
in attesa dell’investitura ufficiale da parte di Ulivo, Rifondazione
e movimenti.
Dal confronto a sinistra al non confronto con la destra. Dal
mondo intellettuale, il politologo Paolo Pombeni invita il sindaco a
un faccia a faccia che sia “segno di civiltà politica”, ma il primo
cittadino non mostra segni di ammorbidimento. “Non ci sono regole
deontologiche che stabiliscono come ci si deve presentare agli
elettori – ribatte il vicesindaco Giovanni Salizzoni – la scelta di
non fare un faccia a faccia va rispettata perché ci vuole rispetto
per ogni tipo di sistema di gestione della fase
elettorale”.
In campo economico, prende quota il nome di Montezemolo come
papabile per il ruolo di presidente nazionale di Confindustria.
Montezemolo dà la propria disponibilità durante la presentazione
della nuova Ferrari a Maranello, e poi specifica che l’eventuale
nuova carica non interferirebbe con le attuali presidenze della
Fiera di Bologna e della scuderia del cavallino.
Intanto altri due nomi scompaiono: sono quelli dei professori
Marzio Barbagli e Chiara Saraceno, membri del Comitato scientifico
dell’Osservatorio nazionale della famiglia. L’organo, nato nel 1999,
ha il compito di monitorare dati ed evoluzioni della famiglia, ed è
il Comune di Bologna a scegliere i quattro membri accademici del
comitato scientifico, allargato anche ai rappresentati di Comuni,
Province e Regioni, e nominato poi dal ministro del Welfare Roberto
Maroni. Barbagli e Saraceno sono stati bocciati “perché si sono
occupati di tipi di associazioni e convivenze non pertinenti ai
nostri interessi (omosessuali, n.d.r.) – spiega il sottosegretario
Grazia Sestini, che avrà un proprio consulente nella rosa dei
quattro – certo non chiamiamo ad occuparci della famiglia chi ha
dimostrato di non credere nella famiglia”. E mentre Maroni dà il via
libera all’Osservatorio, dal mondo accademico si levano una trentina
di docenti in solidarietà di Barbagli, mentre l’ex sindaco Walter
Vitali e altri deputati dell’Ulivo sono decisi a portare il caso in
Parlamento.
In campo giudiziario, sono state depositate le motivazioni
relative all’annullamento con rinvio della condanna per concorso
nella strage alla stazione di Bologna di Luigi Ciavardini, deciso
dalla sesta sezione penale della Cassazione nel dicembre scorso. La
sentenza, che in un primo momento aveva suscitato prese di posizione
da parte di Alleanza Nazionale perché considerata come preludio a
una riapertura del processo a Francesca Mambro e Valerio Fioravanti,
ribadisce invece la responsabilità dei due, mentre per Ciavardini,
giudicato separatamente dagli altri due perché minorenne all’epoca
dei fatti, convalida la condanna per banda armata e annulla con
rinvio alla sezione minorenni della Corte di appello di Bologna la
parte del verdetto che riguardava la sua responsabilità nella
partecipazione ed esecuzione della strage del 2 agosto.
Infine, ancora il centro di permanenza temporanea di via
Mattei al centro dell’attenzione dei No Global bolognesi. Dopo il
caso delle presunte sostanze somministrate “con disinvoltura” agli
immigrati ospitati nel Centro, così come denunciato in tre esposti
alla procura di Genova da tre immigrati, i disobbedienti inscenano
una protesta davanti (o addirittura dentro, come sostengono) al
centro. Motivo: chiedono la chiusura di ogni Cpt in tutta
Italia.
Elisa Di Lupo
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