Al Cierrebi sono
arrivati alla spicciolata, sabato mattina, coi fogli in mano per
rileggere il discorso prima di salire sul palco. Delegati dei
quartieri, giovani appassionati alla politica, vecchi militanti in
cerca di nuovi entusiasmi. E’ stato il loro momento. Dopo
l’apertura dell’Assemblea, venerdì pomeriggio, e la
presentazione del programma da parte di Sergio Cofferati, sabato è
stata la volta dei delegati. Otto ore di interventi, centinaia di
fogli di carta, appunti, parole appassionate al microfono, per un
coro pressoché unanime di consenso al programma del candidato
sindaco. Il Cinese li ha ascoltati uno ad uno, pazientemente,
prendendo qualche appunto, annuendo col capo, lasciandosi andare di
tanto in tanto a un sorriso, a una battuta. Una maratona cominciata
alle 9 del mattino, con i commenti a caldo sul programma . «Chi non
ha altri argomenti a cui aggrapparsi, dice ancora che Cofferati non
vincerà perché non è di Bologna, senza capire che la sua è una
“bolognesità” vera, fatta di contenuti: i servizi, la
solidarietà, l’accoglienza». Così ha rotto subito il ghiaccio
Riccardo Peroni, 46 anni, zainetto in spalla, lunghi anni di
militanza prima nel Partito Comunista, poi nei Ds. Ora è un
delegato del quartiere Navile, e del programma apprezza proprio «il
voler recuperare quel valore aggiunto che è sempre stato
tipicamente bolognese, dato dalla partecipazione di tutti alla vita
politica della città, dalla tradizione dei comitati, dalle
organizzazioni di cittadini che si costituiscono per tutelare il
bene pubblico». Peroni insiste poi sul «richiamo alle regole» che
ha guidato il discorso di Cofferati «regole che vanno rispettate, e
supportate: se si decide di chiudere il centro storico al traffico,
bisogna poi attrezzarsi per rendere questa scelta sostenibile e
vivibile da tutti». Matteo Pasquali, responsabile dei Ds per il
quartiere Porto, parla di «una molla importante che si sta
caricando, una serie di volontà e di aspettative che ora, con
l’investitura ufficiale di Sergio, si concretizzano. Vogliamo
cambiare questa città». Tra i punti del programma più apprezzati
da Pasquali «il tema dell’ascolto dei comitati, delle
infrastrutture compatibili con l’ambiente (la stazione dei treni,
per esempio), del wellfare e della partecipazione dei cittadini alla
politica».
Risvegliati,
sollecitati, di nuovo coinvolti da un modo appassionato e diretto di
occuparsi della città: così sabato scorso si aggiravano nella sala
del Cierrebi, militanti e simpatizzanti dell’Ulivo.
Ma c’era anche chi
ha rimproverato al“futuro sindaco” di non avere messo abbastanza
in evidenza che «Bologna è una città cara, e se il carovita pesa
in tutta Italia, qui a Bologna sta diventando insostenibile per
molte famiglie del ceto medio»: Andrea Albicini, organizzatore del
Porretta Soul Festival, ha apprezzato il discorso programmatico di
Cofferati, e confida nella volontà di creare, anche in campo
culturale «progetti veri, che abbiano idealità e prospettive, non
come è successo con “Bologna città europea della cultura
2000”: progetti estemporanei, che si sono esauriti, senza lasciare
nulla». Non solo di
cultura, ma anche di scuola e ricerca ha parlato Cofferati. T
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