Le elezioni cittadine si avvicinano
sempre più e il confronto fra i due principali candidati a sindaco,
seppur a distanza, si va facendo via via più intenso. E' da tempo
noto che l'attuale primo cittadino non abbia una grande simpatia nel
mostrarsi in pubblico al di fuori degli appuntamenti ufficiali e
che, inoltre, non ami particolarmente i giornalisti, ragion per cui
non sarà facile che il faccia a faccia con il suo sfidante avvenga
in televisione. La politica comunicativa di Giorgio Guazzaloca
consiste nel non confondersi con le molte voci polemiche che
affollano ogni campagna elettorale, nel non scendere al livello del
suo sfidante e nel mostrare quella che ritiene essere la sua
superiorità pragmatica facendo parlare i cinque anni di governo
della città. Se poi proprio non fosse possibile fare a meno di una
certa esposizione mediatica, eccolo comparire su alcuni manifesti
disseminati in città e concedere un'ampia intervista a Il Resto
del Carlino, il giornale considerato di riferimento per il
proprio elettorato. A onor del vero il sindaco, in quanto importante
rappresentante delle istituzioni può vantare una certa copertura
giornalistica da parte delle testate locali, mentre il suo sfidante
Sergio Cofferati è costretto ad accreditarsi presso il pubblico
bolognese anche attraverso i media, pur avendo un'importante
carriera di leader sindacale alle spalle e non rinunciando a
numerosi appuntamenti pubblici per conoscere da vicino la realtà
cittadina.
Un momento decisivo per la
competizione elettorale è la presentazione pubblica del programma
di governo e anche in questo caso si conferma una situazione già
vista. Il programma del centro-sinistra è illustrato dal candidato
Sergio Cofferati, mentre quello del centro-destra (che sa anche di
consuntivo finale per l'attività amministrativa svolta) è
descritto dai tre assessori di punta della giunta (Salizzoni, Monaco
e Galletti), assente il sindaco, che preferisce non dover rispondere
alla raffica di domande della stampa. Gli assessori, pur dando una
scontata valutazione positiva sull'operato dell'amministrazione, non
nascondono di non avere centrato tutti gli obiettivi annunciati
nella scorsa campagna elettorale. La responsabilità del parziale
insuccesso, però, ricade, secondo loro, sulle altre istituzioni con
sede nel capoluogo emiliano, Provincia e Regione (guidate dal
centro-sinistra), che si sarebbero più volte messe di traverso per
bloccare numerosi progetti. L'esempio più volte citato è quello
del metrò. Alcuni importanti risultati, però, sono stati
raggiunti, secondo i dirigenti del partito del sindaco: asili nido,
case e posti di lavoro. Gianluca Galletti vanta come successo la
quotazione in borsa della società di servizi Hera, con un introito
di 725 milioni di euro. Il programma dei prossimi anni di
amministrazione non può che andare nella direzione della
continuità. Con alcune aggiunte, rispetto a quello di cinque anni
fa, dettate dalla competizione con Sergio Cofferati: il decalogo del
buon amministratore, un restyling della stazione, lo sviluppo della
ricerca scientifica e tecnologica, più case per tutti, nuovi
parcheggi da costruire, potenziamento dei mezzi pubblici, servizi
sociali da incrementare, maggiore attenzione alla sicurezza dei
cittadini, il tutto nell'ottica di un'affermazione della città di
Bologna nei confronti dei piccoli comuni limitrofi e delle
"grigie" istituzioni che ne limiterebbero il ruolo
(Provincia e Regione).
Naturalmente le istituzioni prese
di mira dal centro-destra reagiscono con indignazione alle critiche,
puntando il dito contro la vocazione isolazionista e poco
collaborativa della giunta cittadina e del suo sindaco prima di
tutto. Da parte sua Sergio Cofferati presenta un programma con
caratteristiche di forte discontinuità rispetto a quello del
sindaco in carica, con l'ambizioso obiettivo di governare su Bologna
per due mandati completi. Dall'assessorato alla pace alla maggiore
presenza femminile in Comune, dalla collaborazione annunciata con
Provincia e Regione al rapporto intenso con le associazioni e i
movimenti, per arrivare ad una presenza più incisiva
dell'amministrazione cittadina nei principali settori della vita
pubblica (economia, cultura, servizi, istruzione) e conferire alla
città un respiro europeo. E' proprio la filosofia amministrativa di
fondo a cambiare fra i due sfidanti in gara. Il Comune
"leggero" e la valorizzazione del privato per Guazzaloca
contro il Comune più "pesante" e più
"presente" di Cofferati. Anche due modelli di città si
contrappongono: la città della tradizione e della bolognesità per
Guazzaloca contro la città della partecipazione democratica e
proiettata verso l'esterno di Cofferati. Per quanto riguarda le
opere concrete da valorizzare il centro-sinistra punterà a
risolvere l'annoso problema del traffico cittadino mediante
l'accensione di Sirio per i controlli degli accessi in centro e la
costruzione di alcune piste ciclabili. Per alleggerire la mobilità
in tangenziale sarà dato via libera al passante nord mentre la
metropolitana di Guazzaloca cambierebbe tracciato e andrebbe ad
integrare le altre reti ferroviarie di superficie. Alcune sorprese
potrebbe riservare invece il piano per la sicurezza a Bologna.
Responsabile ultimo sarà, secondo il progetto cofferatiano, lo
stesso sindaco, il quale dovrà incrementare il numero di vigili
attivi sulle strade dei quartieri. La parola d'ordine però sarà
prevenzione del disagio e non solo mera repressione. Infine, sul
versante dei servizi al cittadino, tariffe più basse per le fasce
deboli e biblioteche aperte anche di sera.
Presentati i programmi alla stampa
arrivano anche le prime reazioni da parte del mondo sindacale. La
Cgil ha dichiarato che sosterrà apertamente Sergio Cofferati mentre
la Cisl resta equidistante, lasciando i propri iscritti liberi di
scegliere secondo coscienza e smentendo quindi le voci di chi le
attribuiva una preferenza per il voto disgiunto, a favore
contemporaneamente del centro-sinistra e del sindaco uscente. Il
valzer delle dichiarazioni e delle preferenze è cominciato, ma
l'ultima parola spetta ancora al semplice cittadino.
Massimo Donaddio
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