Sette giorni di politica

 

Guazzaloca o Cofferati? Questo è il dilemma - e non è una scoperta - per i cittadini bolognesi chiamati alle urne per scegliere il sindaco e rinnovare il consiglio comunale nelle amministrative di giugno. Ma se da tempo i riflettori sono puntati sulla campagna elettorale dei due - a dire il vero un po' fiacca - ci sono almeno altri sei candidati ufficiali per la poltrona più alta di Palazzo d'Accursio. Non bisogna essere veggenti per capire che nessuno di questi personaggi può aspirare a diventare sindaco di Bologna, eppure non è escluso che alcuni di loro possano rubare voti anche importanti ai due pesi massimi in gara. Fra Giorgio Guazzaloca e Sergio Cofferati è il primo che rischia maggiormente un'erosione del proprio consenso al primo turno di votazioni. E' infatti nell'area del centro-destra che gravitano quasi tutti gli altri candidati sindaci. Molto più unito il centro-sinistra, dove l'ex-leader della Cgil ha saputo mettere in piedi una coalizione rappresentativa di tutte le forze politiche, da quelle centriste a Rifondazione comunista, mettendosi al riparo dal fatale rischio che corse Silvia Bartolini, subendo la concorrenza del partito di Fausto Bertinotti. Guazzaloca dovrà guardarsi da Anselmo "Mino" Ruocco, noto conduttore della trasmissione di Radio Sfera "A Ruocco duro", che propone la sua lista e i suoi uomini anche per le elezioni nei quartieri e che alle ultime elezioni aveva sfiorato il 3% dei voti con Destra Nazionale. Ma Ruocco non sarà l'unico candidato a sgomitare a destra. Gianni Correggiari, numero due della formazione neofascista Forza Nuova si presenterà per la lista Alternativa Sociale sostenuta da Alessandra Mussolini, lancia in resta contro extracomunitari, omosessuali e centri sociali. Il terzo concorrente a destra è Simone Albertini della Lega Nord, anch'egli un passato in Forza Nuova e un obiettivo preciso: risolvere alla radice il problema immigrazione perseguendo i clandestini e privilegiando i residenti da almeno dieci anni nell'assegnazione della casa. Nell'elettorato ex-socialista vuole pescare Franco Piro, docente universitario e parlamentare del Psi negli anni Ottanta, che torna dopo diversi anni nell'agone politico fra le fila dei "nuovi" socialisti di Gianni De Michelis, alleati, a livello nazionale, con la Casa delle Libertà. Diversa sarà invece la prospettiva e la collocazione della "Lista Consumatori" di Bruno Barbieri, coordinatore regionale del Codacons, che si candida con l'obiettivo dichiarato di verificare come vengono spesi i soldi dei cittadini bolognesi, ma che ha trovato da subito l'opposizione delle altre associazioni dei consumatori, che non si sentono rappresentate da questa manovra unilaterale. Infine una piccolissima puntura di spillo anche per Sergio Cofferati: Domenico Maracino, un passato trotzkista dentro Rifondazione Comunista, consigliere al quartiere Reno presenterà anche in Comune la sua "Lista Reno".

Se il centro-destra mostra compattezza nel sostenere Giorgio Guazzaloca non così accade in Provincia, dove sono quattro i candidati alla presidenza (Forza Italia, Alleanza Nazionale, Udc e Lega). Gli accordi elettorali sono naufragati e i partiti della Casa delle Libertà affronteranno in ordine sparso la candidata ulivista Beatrice Draghetti. Questa situazione ha creato numerose tensioni fra i due maggiori partiti della coalizione (Fi e An), che, ai massimi livelli regionali, si sono in questi giorni scambiati parole non proprio cortesi.

All'interno della stessa Forza Italia le divisioni non sono una novità recente. Con moltissima difficoltà il coordinamento provinciale di Ubaldo Salomoni ha imposto la candidatura a Palazzo Malvezzi di Luca Finotti, nonostante il disaccordo più aspro della componente liberal del partito, decisamente ridimensionata anche nelle liste dei quartieri. L'avallo alla decisione di Salomoni è finalmente arrivato anche da Roma, grazie ad una telefonata risolutrice del coordinatore nazionale Sandro Bondi. Fabrizio Cicchitto, leader dell'ala liberal, non verrà a Bologna come previsto a sostenere i suoi, ma avrebbe chiesto ai responsabili locali di Fi più rispetto per l'opposizione interna.

Le tensioni dei partiti non si scaricano, però, soltanto su avversari e alleati. Anche giornalisti e mezzi di informazione ricevono la loro dose di critiche e di bordate. Naturalmente di segno diverso a seconda della parte politica di provenienza. Sergio Cofferati e - in misura minore - Beatrice Draghetti da molto tempo si sentono oscurati dal Tg3 Emilia-Romagna coordinato da Andrea Basagni. Cofferati giudica grave la sua assenza dal telegiornale regionale Rai, soprattutto in campagna elettorale e in zona par condicio. A questo proposito sono giunti la settimana scorsa a Bologna la direttrice della testata Rai regionale Angela Buttiglione e il presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Claudio Petruccioli. L'effetto sortito da questa visita è stato l'affiancamento a Basagni dell'ex-caporedattore del Tg Veneto Giuseppe Casagrande. Segno che forse qualche problema è stato effettivamente riscontrato. Meno elegante invece la "sparata" di Guazzaloca contro alcuni giornalisti "scomodi" di Repubblica (Luciano Nigro e Andrea Chiarini) e dell'agenzia Dire (Mattia Cecchini), pubblicamente e fortemente censurati dal sindaco. La questione è approdata sul tavolo dell'Ordine di Strada Maggiore ed è destinata a continuare a scaldare la campagna elettorale. 

Massimo Donaddio

 

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