La potatura delle viti avviene d’ inverno. A gennaio i vignaioli
vanno in campagna, cercano quei tralci che la successiva estate non
porteranno frutti, li tagliano e li buttano via. Da qui il termine
stralcio. C’è un lungo corridoio, al primo piano di Piazza Trento
Trieste n. 2, a Bologna, e diversi stanzoni lastricati di armadi,
alcuni in metallo e altri in legno bianco. Dentro gli armadi
faldoni, faldoni, poi ancora faldoni, tutti di colore grigio. Sul
bordo qualche data, a volte anche un nome, quello di un sostituto
procuratore. Dentro i faldoni fascicoli, e in ciascun fascicolo una
denuncia di reato. “Dalle trentamila alle sessantamila pratiche -
racconta Silvia Marzocchi, il sostituto procuratore che ha in carico
l’ Ufficio stralcio della procura di Bologna - non siamo ancora in
grado di stimarne il numero, l’ ufficio è operativo solo dallo
scorso gennaio”. Sono tutte denunce precedenti il dicembre 2000 –
specificano – fascicoli ereditate dalle vecchie preture chiuse nel
1989, oppure in carico a procuratori che sono stati trasferiti. E
molti, inoltre, fanno parte di quei procedimenti che vengono
accantonati periodicamente. A Bologna, infatti, i reati meno gravi,
di scarso allarme sociale o di prossima prescrizione si mettono da
parte: perché i procuratori sono pochi e le denunce troppe. Enrico
Di Nicola, il procuratore capo, lamenta che di fatto può contare
sulla collaborazione di soli diciotto sostituti, con una mole di
lavoro di circa 60.000 fascicoli, di cui cinque impegnati in
attività di particolare
rilevanza, come nei casi di terrorismo o di mafia. Decidere di
trattarli tutti – spiega - significherebbe bloccare l’ attività
della Procura. Così si tralasciano i piccoli abusi edilizi, le liti
con lesioni lievi, minacce o ingiurie. Denunce che oggi emergono
dagli armadi dei sostituti procuratori, vedono la luce, attraversano
la piazza per finire in altri armadi, quelli del civico numero 2.
Fascicoli che hanno atteso un processo, ma che difficilmente lo
vedranno mai. Su uno dei tanti faldoni campeggia minacciosa una
scritta in rosso: prescrizione 2005. Con la dottoressa Marzocchi
collaborano quattro ufficiali di polizia e un cancelliere, sei
persone in tutto per decine di migliaia di fascicoli. “Ma non è
un reparto per fascicoli in coma, destinati a morire”, sottolinea
Marzocchi. Con questo vaglio, spiega, viene data una seconda
possibilità alla denuncia: se emerge che il fascicolo è importante
viene trattato, avviate le indagini, istruito per il processo. Ma
l’ emergenza del fascicolo può essere invocata anche dagli
interessati. O meglio, dai loro avvocati.
Un
cartello nell’ atrio della Procura indica a chiare lettere che
l’ Ufficio stralcio è aperto al pubblico "dal martedì al
giovedì, dalle ore 10,30 alle 12,30". Ma la dottoressa
Marzocchi spiega che di solito l’ ufficio non ha contatti con il
pubblico: “Diciamo che gli avvocati che vogliono presentare delle
istanze possono presentarle qui da noi”. Istanze per salvare
denunce che non saranno in coma, ma non sembra stiano così in
salute.
Filippo Barone
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