Hammam, quando il bagno diventa un'oasi

 

La palestra è semideserta. Nessuna voglia di pedalate, step, né macchine per pettorali, dorsali, gambe. E se la soluzione fosse un bagno turco? Senza costume, solo l’asciugamano per non scivolare dalla panca. Calore umido sulla pelle, doccia fredda a portata di braccio e, tocco finale, le essenze che profumano il vapore. Gli hammam stanno aprendo un po’ in tutta la penisola, a volte per iniziativa di stranieri. Torino, Milano e ora anche Bologna. In città è possibile fare il bagno turco in più centri estetici, ma per chi si aspetta l’hammam originale c’è un solo centro in via Emilia Ponente e un altro, “Il Tiglio” sarà aperto prossimamente.

Il bagno turco è originario del medio-oriente, dove è conosciuto con il nome di Hammam, storicamente luogo di elezione delle donne arabe che qui svolgono i loro rituali igienici, estetici, religiosi e sociali. Si sta immersi nel vapore in un locale tipicamente marmoreo, dove l’aria è stabilizzata intorno ai 45° , con un tasso di umidità del 100%. La caratteristica è la nebbia con temperatura stratificata, bassa nei primi centimetri dal suolo 20/30° , 40° a circa 1,30 metri dal pavimento e circa 50° all'altezza del capo. Vengono diffuse essenze balsamiche in grado di lenire le affezioni bronchiali e depurare la nostra pelle grazie all’eliminazione delle impurità. I vasi sanguigni si dilatano, la circolazione migliora in tutte le parti del corpo. Dovrebbe seguire una rapida doccia fredda, totale, quindi un altro bagno di vapore. Quest'alternanza di temperature è indispensabile per ottenere buone reazioni corporee. 

Dove si può fare un bagno turco a Bologna? Ce ne sono presso i centri di bellezza dove donne di tutte le età decidono di dedicarsi un po’ a loro stesse e di spendere tempo e denaro per migliorare la pelle o per essere preparate al meglio per la prova bikini. Ci sono club dove (pagando dai 40-45 euro senza tessera e dieci euro in meno se fai parte del club) puoi fare la sauna, il bagno turco, un tuffo in piscina. Ci sono invece centri in cui paghi per mezz’ora di bagno turco, o per una sauna, un po’ come accade per una lampada solare. Qui il prezzo scende attorno alle 10 euro. E se si è sprovvisti di sandali di gomma o di accappatoio, il centro li fornisce aggiungendo un paio di euro in più al costo del bagno turco. Sono pochissimi però gli hammam che seguono la formula originale. A Bologna c’è il Marazzi Hammam. Qui i clienti seguono un “percorso” che inizia nel tiepidarium, una stanza dove la temperatura è di circa 34 gradi. Non c’è vapore, ma si lavora con l’acqua e il calore, ci sono marmi riscaldati. Poi si passa ad un’altra stanza, chiamata calidarium dove la temperatura è di 42 gradi, con il cento per cento di umidità. Qui si fa il bagno di vapore. Tra le due stanze si può anche essere affidati alle mani dei terapisti che fanno massaggi e ti lavano con il sapone nero, un addolcente della pelle molto usato in Marocco, a base di olio essenziale di eucalipto e che quindi facilita la respirazione. Questo hammam è aperto da un anno ed è misto. Si usano costumi di carta e non si fanno percorsi congiunti tra un uomo e una donna che non si conoscono. Il prezzo minimo per un percorso è di 25 euro. Ma se ai bagni nelle stanze si aggiunge il lavoro dei terapisti il costo può salire fino alle 100 euro. Il centro è frequentato sia da uomini che da donne. L’età dei clienti varia dai 20 ai 60 anni. Prossimamente sarà aperto un altro hammam in città che segue la “ricetta” tradizionale. Si chiamerà “Il tiglio”. “Era da tempo che volevo realizzare un hammam. –spiega Gabriella la titolare del nuovo centro – spinta anche da una mia indagine personale tra le persone che conosco. Stiamo ancora facendo i lavori, ma il nostro hammam sarà composto dalle classiche zone del tiepidarium e del caldarium, mentre nel frigidarium ci sarà una vasca per accogliere i nostri clienti. Alla fine del percorso che c'è il rilassamento”.  

Un'altra differenza tra i diversi centri è la struttura dell’hammam. Ci sono bagni comuni, dove possono entrare anche dieci persone e “box” singoli o doppi. Questi ultimi, danno una maggiore privacy anche se sono un po’ lontani dai bagni turchi originali dove le caratteristiche delle stanze, delle panche di marmo, delle pareti e dei soffitti, ti calano in un’atmosfera d’altri tempi, riuscendo anche a farti dimenticare che altre persone stanno dividendo il piacere con te.

Il bagno turco nelle città islamiche è sempre stato un vanto, un sinonimo di alta cultura e prestigio, oltre che un luogo di purificazione. Indubbio però che fosse visto con sospetto dai religiosi più rigidi: gli hammam sono sempre stati luoghi di socializzazione, occasioni per chiacchierare, oltre che sfondi di clandestini incontri amorosi. D’altra parte, anche nelle novelle di “Le Mille e una notte”, recarsi all’hammam supponeva una sfondo amoroso, forse per le nudità mostrate o per l’atmosfera nebbiosa. In molti Paesi arabi andare all’hammam significa “fare l’amore”. Tendenza quest’ultima presente anche nel panorama italiano degli anni settanta. Oggi, a Bologna, alcuni di questi luoghi non sono soltanto un modo diverso per rilassarsi ma veri e propri luoghi di aggregazione sociale e, perché no, di possibili incontri amorosi.        

La più gettonata in ambiente gay è la Steam Sauna di Via Ferrarese. Ingresso con tessera arcy. Molto frequentata anche la New Vigor di via San Felice, soprattutto dopo la ristrutturazione dell’anno scorso. L’età media dei clienti è di 30 anni. Il prezzo è decisamente modico: si pagano cinque euro il martedì, e otto euro gli altri giorni. Per chi ha meno di 26 anni il prezzo è sempre di cinque euro.                                                                 

Cosa avviene in questi bagni turchi frequentati da gay, dove è vietato l’ingresso alle donne? “Per noi il bagno turco è soprattutto un luogo di aggregazione – racconta Luca, 33 anni, agente di commercio – ed è vero che sia negli spogliatoi che nei luoghi comuni, come nei bagni turchi, nelle stanze con la vasca idromassaggio e nelle stanze con i lettini per rilassarsi dopo i trattamenti avvengono anche degli approcci. Ci si conosce e, visto che l’atmosfera lo consente c’è chi si apparta e si scambia effusioni”. “L’oscurità del bagno turco e le vasche idromassaggio – commenta Luca – sono state più volte mie complici”. “Ho spesso iniziato delle storie con ragazzi conosciuti in uno di questi centri – commenta Andrea, 24 anni, studente – altre volte la cosa si è chiusa là, tra i marmi del bagno turco”. Questi ragazzi raccontano le loro esperienze. Se sia una “pratica” diffusa o quanto lo sia d’altro canto possono dirlo solo i frequentatori. D’altro canto il bagno turco nasce anche così. E questo è decisamente un ritorno alle origini.

Luisiana Gaita

 

 

Cosa fare in un hammam

 
HOME