Sette giorni di politica

 

Le elezioni amministrative sono sempre più vicine e la composizione delle liste rappresenta attualmente il principale nodo da sciogliere per i partiti in lizza. Nella consueta bagarre delle candidature esce compatta allo scoperto "La tua Bologna", la lista di Giorgio Guazzaloca che, gestendo in maniera assolutamente interna la questione delle candidature, si presenta unita più che mai a sostegno del proprio sindaco. Archiviato (almeno per il momento) il caso Salizzoni (che nei giorni scorsi aveva espresso simpatia per il progetto politico di Alleanza Popolare - Udeur ma che torna a giurare fedeltà assoluta a Guazzaloca), "La tua Bologna" ha composto una squadra con tre capilista pari grado del calibro di Franco Monaco (attuale assessore all'Urbanistica), di Gianluca Galletti (assessore al Bilancio) e dello stesso vicesindaco Giovanni Salizzoni. Insomma, squadra che vince non si cambia. E questo fatto sarebbe anche confermato dalla presenza in lista di altri assessori di rilievo come Franco Pellizzer, Gian Paolo Salvioli e Franco Pannuti. In aggiunta a questi nomi, la formazione del sindaco ha compiuto una consistente "campagna-acquisti" anche fra numerosi professionisti bolognesi, non rinunciando alla sua caratteristica principale, quella di essere una lista espressione della società civile. Un paio di esempi significativi: la candidatura della presidente dell'Ordine dei medici felsinei Nicoletta Longo e, soprattutto, quella di Silvia Noè, presidente dell'Unione piccole e medie industrie dell'Emilia-Romagna, consigliere di amministrazione della Cassa di Risparmio di Bologna nonché cognata del presidente della Camera Casini.

Anche sul versante quartieri "La tua Bologna" mette a segno un punto importante, decidendo di allearsi esplicitamente con i partiti di centro-destra, condividendone anche il logo. Verrebbe così evitata una sfibrante competizione interna e assicurata una condivisione di risorse essenziali per la battaglia elettorale in città. Fra l'altro, quasi a sancire un ingresso ufficiale della lista guazzalochiana nell'alleanza del centro-destra, anche il sindaco (in perfetto stile berlusconiano) si è fatto ritrarre sui manifesti elettorali ormai ben visibili per le strade della città, rinunciando, in un certo senso, a parlare solo con i fatti e il lavoro compiuto in questi anni e ricorrendo anch'egli agli spot.

Sul fronte del centro-sinistra Vittorio Prodi sembra realmente candidato a fare l'asso pigliatutto nel caso il responso delle urne fosse positivo. E' ormai certa la sua designazione come capolista dei Riformisti che sostengono Sergio Cofferati per le elezioni di Palazzo d'Accursio (il numero due sarà Marco Strada, segretario provinciale socialista). Nel caso di una vittoria del Cinese potrebbe addirittura essere scelto come vicesindaco (anche se Cofferati ha precisato che l'eventuale squadra di governo sarà composta solo dopo le elezioni). Inoltre Prodi correrà per un seggio al parlamento di Strasburgo come esponente della lista "Uniti per l'Ulivo" nella circoscrizione Nord-est, nella quale è inserita l'Emilia-Romagna. L'attuale presidente della Provincia farà parte della lista che vede capofila alcuni importanti leader politici nazionali come Enrico Letta (Margherita), Giovanni Berlinguer (Ds) e la giornalista Lilli Gruber. Per quanto riguarda le candidature bolognesi, accanto a Prodi correranno anche Paolo Zanca (Socialisti) e l'esponente Ds Mauro Zani, che ha bruciato al fotofinish l'altro possibile candidato diessino Renzo Imbeni.

Quest'ultima vicenda non è stata proprio indolore per la federazione bolognese diessina. Imbeni, parlamentare europeo per tre legislature e dal 1994 vicepresidente della medesima assemblea di Strasburgo, non ha affatto gradito la decisione proveniente dal vertice romano del partito. Se è vero che la regola interna ai Democratici di Sinistra prevede un rinnovamento delle cariche parlamentari dopo un'esperienza di due legislature, l'ex-sindaco di Bologna lamenta un'esclusione giunta pochi giorni prima delle elezioni e maturata dopo quasi un anno dal suo colloquio con il segretario nazionale del partito, nel corso del quale Piero Fassino gli avrebbe promesso la ricandidatura per l'Europa. La bocciatura di Imbeni può però essere vista in una duplice chiave, locale o nazionale. La decisione ultima sui nominativi per le europee spetta al livello nazionale del partito, all'interno del quale Imbeni ha trovato evidentemente opposizione (qualcuno sussurra addirittura il nome di Massimo D'Alema). D'altra parte, a Bologna, la guerra con Mauro Zani non inizia ora, ma ha radici profonde, che risalgono almeno al 1999, quando il sindaco uscente Imbeni bocciò il candidato alla sua successione Zani spianando la strada al fallimentare tentativo di Silvia Bartolini. Tenendo conto di queste prospettive, Zani avrebbe così consumato la sua "vendetta" politica, mandando a casa il suo avversario vicepresidente del parlamento europeo.

Ma le divisioni non sono presenti solo nel principale partito del centro-sinistra. Anche Forza Italia, infatti, sta cercando di arrivare, con molte difficoltà, alla definizione di un proprio candidato a Palazzo Malvezzi. Il coordinamento provinciale ha recentemente scelto all'unanimità Luca Finotti (uno dei fondatori a Bologna del partito di Silvio Berlusconi), scontando però l'aperta opposizione del coordinamento cittadino e in particolare dall'ala liberal del partito. Dato che l'ultima parola spetta comunque a Roma, c'è ancora chi spera che Fabrizio Cicchitto (vicecoordinantore nazionale e leader liberal del partito) possa bloccare la nomina. Perché l'accordo stabilito a livello provinciale sia valido deve ancora giungere, insomma, il responso finale. Le divisioni, per ora, restano tutte. Forza Italia è suo malgrado costretta a ricomporle, almeno formalmente, prima del voto. Rimane da capire se sarà necessaria o meno una decisione d'autorità presa a livello nazionale.

Massimo Donaddio

 

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