Via Riva di Reno, tornano i canali in città 
 

Nel 1271 le navi bolognesi sconfissero Venezia in una battaglia navale divenuta famosa, nelle acque del Po’ di Primaro. Sì, perché Bologna, anticamente, era una città marinara. O meglio: una città fluviale. Un passato che oggi riaffiora qual e là in alcuni toponimi (via del Porto, Riva di Reno, val D’Aposa, via delle Moline, via Savenella) e in alcuni piccoli scorci suggestivi, come la “finestrella di via Piella”, che si affaccia sul canale sotterraneo delle Moline.

Già nel XII secolo vennero realizzata due chiuse: una sul Reno a Casalecchio e una sul Savena a San Ruffillo, dalle quali partono due omonimi canali, confluenti nel centro di Bologna. Qui si incrociano con l’Aposa, un corso d’acqua che attraversava la città. 

Fino a trecento anni fa, transitavano nel porto principale dell’attuale capoluogo emiliano qualcosa come 2500 tra navi e imbarcazioni. Oltre centomila tonnellate di merci viaggiavano ogni giorno sulle acque del Navile, che collegava la città a Ferrara e da qui, immettendosi nel Po’, arrivava fino al mare. I fiumi bolognesi furono chiusi nel 1948. A quei tempi, sul Navile, erano ancora in attività 24 barconi in grado di trasportare fino a cento quintali di merci ciascuno.

Far riemergere una parte della storia fluviale di Bologna è l’obiettivo del Comitato parco fluviale Riva di Reno. Con l’appoggio di oltre 320 iscritti, lo scopo del Comitato sta nel suo nome: riqualificare la zona nei pressi di via Riva di Reno facendo riaffiorare il corso d’acqua sottostante e creando una grande area verde. Il modello è quello dei Navigli a Milano.

“Il nostro intento– spiega il coordinatore del Comitato, Mario Alvisi – sarebbe trasformare quello che attualmente è uno squallido parcheggio in un’area all’aperto in cui i bolognesi possano tornare a socializzare. Ora come ora, queste aree di sosta sono invece rivolte principalmente ai forestieri. Basta fare un giro al mattino presto per rendersene conto: alle 6, ad esempio, il parcheggio è semivuoto. Chi viene da fuori, dovrebbe invece cercare di utilizzare i mezzi pubblici. Ecco allora che la proposta di creare un parco fluviale non è altro che la punta dell'iceberg, un progetto per un nuovo stile di vita”.

Installazioni d’arte, giochi d’acqua, percorsi e aree di sosta, verde ornamentale, pavimentazione differenziata, illuminazione notturna. Questi, nelle intenzioni del Comitato, i punti di forza di un progetto che vuol essere qualcosa di più che una provocazione. Per alcuni, tuttavia, non è altro che un sogno. Due le principali obiezioni. Da una parte riportare in superficie i canali sotterranei comporterebbe secondo alcuni un peggioramento delle condizioni igieniche della zona. Dall’altra, limitare il traffico in via Riva di Reno a un solo senso di marcia, riservato a residenti e mezzi pubblici, provocherebbe secondo altri seri danni economici ai negozianti.  

“Niente di più sbagliato – replica Alvisi. – L’acqua del canale è pulita, potrebbe addirittura essere bevuta: la corrente è infatti molto forte. Zanzare e malattie prosperano nelle paludi, non dove l’acqua scorre. Addirittura, all’incrocio con via Marconi, nel così detto Cavaticcio, si trova una piccola centrale idroelettrica. Quanto all’aspetto economico, basta constatare che ovunque c’è un centro commerciale di un qualche rilievo, c’è un’area pedonalizzata. Anche a Bologna, i negozi di elite sono concentrati nella Galleria Cavour, dove certo non passano automobili”.

L’idea, a ben vedere, non è nuova. Già il vicesindaco Eugenio Riccomini propose un intervento del genere. La proposta fu in seguito adottata dalla candidata sindaco Silvia Bartolini, poi sconfitta alle scorse elezioni da un più pragmatico Guazzaloca, che ha infranto del tutto il sogno. “Questa giunta non ha fatto nulla – conclude Alvisi – speriamo nella prossima. Personalmente ritengo che Cofferati, qualora vincesse, potrebbe dimostrarsi sensibile a questo genere di tematiche. Non sia altro per la sua abitudine ad affrontare problemi sociali ed economici da sindacalista, partendo dalla gente. L’importante comunque resta il progetto, non chi vincerà le elezioni. Indipendentemente dal colore della nuova giunta comunale, noi andremo avanti con la nostra proposta. Insieme a Wwf e Legambiente, abbiamo intenzione di organizzare una raccolta di firme che partirà dopo la fine delle elezioni, proprio per non correre il rischio di immischiarci nella campagna elettorale. L’importante, per noi, è il progetto, non chi vince le elezioni”.

 

Alessandro De Michele

 

 

HOME