Una
costellazione di piccoli scioperi. Non quelli cui le cronache ci
avevano abituato nelle settimane scorse, dagli autisti Atc ai Vigili
del fuoco e agli assistenti di volo. Stavolta a incrociare, in modo
simbolico o reale, le braccia, sono avvocati, Bologna social forum,
dipendenti delle agenzie fiscali, e mondo della scuola.
“Precettate” invece le forze politiche che si raccolgono nel
firmamento del centro sinistra, che continuano a lavorare senza
troppi mal di pancia per Cofferati sindaco.
Il
primo “sciopero” è quello che si registra in occasione dell’
apertura dell’anno giudiziario, sabato scorso. A Bologna, di
fronte al Procuratore Generale Francesco Pintor e al primo
Presidente della Corte di Appello, l’assenza più vistosa è
quella degli avvocati, in polemica con il Consiglio superiore della
magistratura. Non di sciopero, poi, si tratta per i magistrati in
toga nera, ma certo di un segno di lutto, come ricordano i diretti
interessati, per l’andamento generale della macchina giudiziaria
italiana. I commenti politici non si fanno attendere: per il
ministro per i rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi
“l’avvocatura ha polemizzato con il Csm e i magistrati
polemizzano con il Parlamento e il governo, e questo è uno dei
problemi della giustizia italiana”, mentre per il sottosegretario
alla difesa Filippo Berselli l’assenza degli avvocati “è un
fatto unico, mai avvenuto prima, e sintomatico di malessere”,
mentre le toghe nere “hanno finito per creare una scorrettezza
istituzionale”. Toghe nere come “Cobas della magistratura”,
questo il lapidario commento del guardasigilli Castelli.
Al
di là dei malumori, la relazione del Procuratore Generale. Pintor
puntualizza, dati alla mano, le lentezze e le carenze di personale.
Quella di Bologna, per il Procuratore, è “una situazione
deludente”, a cui si aggiunge “l’eccezionale gravità del caso
Parmalat” ma anche i passi avanti compiuti da un anno a questa
parte nel caso Biagi. Non manca, nell’esame di Pintor, il
riferimento ai plichi bomba attribuiti agli anarco-insurrezionalisti.
Sciopero,
stavolta della fame, per alcuni esponenti del Bologna social forum
in seguito al caso di presunti tranquillanti usati in dosi e modi
inappropriati per sedare gli immigrati in attesa di espulsione del
centro di permanenza temporanea di via Mattei. Il Bsf annuncia
inoltre una settimana di mobilitazione contro quello che definisce
un vero e proprio lager dove, stando agli esposti presentati alla
Procura di Genova da tre immigrati, circolano droghe e vengono
somministrati farmaci inadatti, anche mischiati a cibi e bevande. La
Croce rossa italiana, che gestisce tramite una convenzione con la
Prefettura l’organizzazione interna del centro, smentisce ogni
accusa, mentre la procura di Bologna indaga.
Un
vero e proprio sciopero è quello dei dipendenti delle agenzie
fiscali (entrate, demanio, territorio e dogane): davanti alla
Prefettura, venerdì scorso, sfila anche una bara nera di cartone
(con la scritta “Qui giace il nostro contratto”), che allude
alla “morte” delle trattative per il rinnovo del contratto
nazionale, scaduto il 31 dicembre 2001.
Ancora
scioperi, e a macchia di leopardo, per genitori, insegnanti e
bambini delle scuole elementari di Bologna contro l’applicazione
del decreto attuativo della Riforma Moratti (la “circolare”) che
dovrebbe modificare la disciplina del tempo pieno. Dopo alcuni
giorni di blocco del traffico davanti alle scuole e volantinaggio,
del tutto inaspettata è poi arrivata la sentenza della Corte
Costituzionale sul ricorso presentato dall’ Emilia Romagna per la
gestione del personale, che la Consulta affida alla Regione: si
riapre così il braccio di ferro tra il Ministro Moratti e
l’assessore regionale alla scuola Mariangela Bastico, che adesso
punta alla trattativa sul tempo pieno.
In
campo elettorale, invece, i lavori fervono. Dopo il sì al documento
politico programmatico sottoscritto da Ulivo, Rifondazione comunista
e Italia dei valori, che sancisce l’alleanza non solo per le
elezioni amministrative sotto le Due torri, ma anche per quelle
della Provincia e dell’hinterland, si attende ora l’investitura
ufficiale della candidatura a sindaco di Bologna di Sergio Cofferati
dal voto di 750 delegati all’assemblea
Ulivo-movimenti-Rifondazione del 30 e 31 gennaio. Intanto il Cinese
si prepara a una anteprima europea della campagna elettorale: domani
incontrerà sette sindaci di grandi città europee amministrate dal
centro sinistra (Nantes, Barcellona, Tromso, Firenze e Roma) nella
manifestazione organizzata dal movimento “La sveglia” costituita
due anni fa da un gruppo di intellettuali tra cui Federico Enriques,
editore della Zanichelli. “L’obiettivo – sottolinea Cofferati
– è quello di avviare un confronto per la costruzione di un
reticolo di relazioni sistematiche e dare vita a forme di
collaborazione e comunicazione internazionali”.
Elisa
Di Lupo
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